Violenza sessuale: ricorso al “Riesame” per ginecologo Biagio Adile agli arresti domiciliari

Il ginecologo dell’ospedale Villa Sofia di Palermo, Biagio Adile, farà ricorso al Tribunale del riesame contro il provvedimento che lo tiene agli arresti domiciliari da giovedì scorso.

L’indagato, che è accusato di violenza sessuale nei confronti di una paziente tunisina di 28 anni, non ha risposto al Gip Maria Cristina Sala, ma ritiene di avere elementi per dimostrare che la vittima abbia mentito e che lei fu consenziente.

Due gli abusi contestati al primario di Uroginecologia, ai danni della donna, una migrante sbarcata in Sicilia con i barconi: uno sarebbe avvenuto nello studio privato di Adile, l’altro in ospedale, e in questo caso la ventottenne lo registrò con il telefono cellulare.

Accuse gravi, che possono costare una pesante condanna, ma il sanitario e i suoi legali ritengono che ci sarebbero passaggi e spunti per tentare di smentire il primo dei due episodi, gli abusi sui quali non c’è registrazione: dimostrare che nello studio privato ci fu un rapporto consensuale potrebbe essere una via d’uscita, anche se non farebbe venire meno l’imposizione nel secondo caso. Ma proprio nell’audio captato in questa ultima occasione ci sarebbero alcune frasi che sembrano aprire spazi per la difesa.

Si chiede però la Procura perchè mai la vittima avrebbe dovuto accusare falsamente il medico che, dopo 13 operazioni andate male in Tunisia, stava finalmente affrontando in maniera adeguata le patologie della donna. E la domanda, finora senza risposta, sarà rivolta al riesame.