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Naro, il Sindaco si inchina a San Calò. Ieri dalla grotta al Santuario a Porte chiuse: è la prima volta dal 1600

Ieri sera San Calogero, Patrono di Naro, la cui festa si celebra il prossimo 18 Giugno, è stato trasferito dalla cripta al Santuario.

In una chiesa deserta e senza fedeli, il Santo Nero ai tempi del Covid 19 è “salito” da solo.

Il Sindaco di Naro Maria Grazia Brandara ha aperto l’arca dentro la quale è conservata la statua del Santo.

San Calogero è Patrono di Naro dal 1600, quando fece risparmiare Naro da un’altra pandemia, quella di peste che aveva investito la Sicilia intera.

Il 18 giugno di ogni anno, la statua del Santo nero viene portata in processione dalla chiesa di San Calogero alla chiesa della Madrice con un carro (straula) tirato dai fedeli, per mezzo di due corde lunghe ciascuna oltre 100 metri. Durante i giorni della festa benedizione e distribuzione di pane votivo, grandi forme di pane che riproducono parti del corpo, o bambini a seconda della grazia ricevuta. Il simulacro del Santo, che veste una lunga tunica bianca con mantello e cappuccio rovesciato sulle spalle – e tiene in una mano il bastone d’argento (realizzato a Palermo nel 1631 su commissione, per grazia ricevuta, di don Giuseppe Rossi, un facoltoso narese) e nel braccio destro, sollevato per benedire, un cofanetto d’argento
La festa dura circa una settimana, ma i giorni salienti di solito sono il14 giugno quando la statua del santo viena salita dalla grotta in chiesa, il giorno 17, con il rinomato spettacolo di fuochi d’artificio, ed il giorno 18, sua festa liturgica, in cui si svolge la processione del santo sul carro dei miracoli – “A straula” in dialetto (usata in passato dai contadini per il trasporto dei covoni) per la via principale del paese, tirata con le corde da centinaia di fedeli, per lo più scalzi, di ogni età ed estrazione sociale; il 19 giugno il rientro in chiesa, l’afflusso di persone dai paesi vicini è davvero impressionante, la festa merita davvero essere vista.  La proclamazione di San Calogero a Patrono di Naro risale al 1626, anno in cui il santo ottenne per la città la Grazia da Dio di porre fine al flagello della peste. Naro ha legato il nome del Santo a quello di una sua illustre figlia, Suor Serafina Pulcella Lucchesi, la quale ottenne una grazia grandissima per la sua città. La peste era entrata a Palermo nel giugno 1624, la strage fu immensa e tutta l’Isola ne fu colpita. San Calogero mosso a pietà, apparve a Suor Serafina, per dirle che Iddio si compiaceva di porre fine al flagello. Il popolo di Naro, per questa apparizione, portò la Statua del Santo per le strade della città e la peste scomparve. In un’altra occasione, Naro sperimentò il patrocinio di San Calogero. Fu nel 1693, anno funesto per l’intera Sicilia, per il terribile terremoto che dal 9 all’11 Gennaio distrusse più di sessanta paesi, facendo sessantamila vittime. Naro ne fu preservata e la popolazione vi riconobbe la palese protezione del suo grande Patrono. Ogni anno si ricorda questo evento con una processione l’11 gennaio.

Quest’anno San Calogero non uscirà dal suo Santuario. L’appuntamento per tutti i fedeli è per Giovedì 18 Giugno alle 11.00 sui balconi per gridare tutti insieme un solo grido: “Viva Diu e San Calò”.