Raffadali, elezioni al veleno: 4 indagati e si’ Tar a ricorso

Battuto per cinque voti (3.763 contro 3.768) all’elezione a sindaco di Raffadali, Pietro Giglione, sconfitto dall’uscente Silvio Cuffaro, ha fatto ricorso al Tar contestando irregolarita’ nello spoglio. Cuffaro, fratello dell’ex governatore siciliano, difeso dagli avvocati Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia, ha a sua volta proposto ricorso incidentale, lamentando l’erronea attribuzione in favore di Giglione di un rilevante numero di voti. Gli avvocati Lucia di Salvo e Francesco Stallone, difensori di Giglione, avevano eccepito la nullita’ della notificazione del ricorso incidentale perche’ notificato mediante pec. In un primo momento il Tar aveva disposto una verifica in contraddittorio per accertare l’esistenza delle schede contestate da Giglione ed e’ emerso che numerose dichiarazioni sostitutive prodotte dai difensori del ricorrente risultavano mendaci, non essendo state trovate in alcune sezioni le schede aventi le caratteristiche descritte nelle dichiarazioni sostitutive degli atti di notorieta’. Cuffaro ha presentato denuncia alla procura e attualmente risultano indagati Salvatore Frenda, Pasquale Tuttolomondo, Veronica Ragusa, Francesco Curaba, Eleonora Bruno, Salvatore Pace. All’udienza del 6 ottobre il Tar di Palermo, sezione seconda, presidente Cosimo di Paola, relatore Anna Pignataro, condividendo le tesi difensive degli avvocati Rubino e impiduglia, ha dichiarato ammissibile il ricorso incidentale proposto nell’interesse di Cuffaro, disponendo ulteriori verifiche.