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La differenziata è scelta di civiltà ma i cambiamenti si attuano con la testa

La mappa della raccolta differenziata in Sicilia illustra una realtà disomogenea con sensibilità e riflessi operativi, differenti per territorio. La percentuale più alta viene fatta registrare nel piccolo paese della provincia di Palermo, di Gratteri, che arriva al 73% di differenziata. I territori di Catania e Trapani appaiono mediamente i più virtuosi. Tra i capoluoghi di Provincia il primato spetta a Ragusa con il 25,3%, seguita da Trapani al 18,5%, Caltanissetta al 12,5% . Fanno peggio Siracusa con il 3%, Messina con il 6%, mentre Enna si ferma di poco sotto la doppia cifra con il 9% di raccolta differenziata. E ad Agrigento?

Agrigento conferma la regola che vale per moltissimi altri capoluoghi siciliani: una media al di sotto del 15% (che comunque appare insufficiente) e qualche difficoltà a fare decollare il servizio della differenziata. La nuova amministrazione comunale, eletta dagli agrigentini lo scorso Maggio, aveva fin da subito posto tra le battaglie da vincere quella della raccolta differenziata. Differenziare è un atto di civiltà, di bene comune oltre ad essere un obbligo previsto dalla legge e non di certo un cortese invito. La data ufficiale per il via a questo innovativo (da queste parti) servizio era stata inizialmente fissata per l’1 Marzo salvo poi fare un dietro front non del tutto senza polemiche. Come luogo da cui far partire questa “rivoluzione” è stato scelto il quartiere di Fontanelle, popolosa frazione a Nord di Agrigento. Una scelta rischiosa, azzardosa che francamente ci lascia leggermente perplessi. Il motivo? La raccolta differenziata, seppur ormai nel 2016 dovrebbe rappresentare la normalità, in termini pratici ancora non lo è, soprattutto in una città come quella di Agrigento mai abituata a simili iniziative. Una nobile sfida da raccogliere e superare con grandi risultati ma che, almeno per il momento, stenta a partire. E di certo la scelta di cominciare questo servizio dal quartiere più popoloso, con la maggiore densità di abitanti e peraltro composto a stragrande maggioranza da blocchi condominiali con 20 famiglie e non da singole abitazioni ha il sapore di un autogol. Ed, in effetti, i risultati si sono visti. L’amministrazione comunale ha dovuto, in fretta e furia, rinviare il servizio della differenziata non prima però di aver tolto dalla strada, il giorno prima, tutti i cassonetti dei rifiuti, non lasciando moltissima scelta agli abitanti. Il problema principale, a detta del Comune di Agrigento e dell’assessore al ramo, Mimmo Fontana, è stato il ritardo della presa in consegna dei contenitori distribuiti gratuitamente presso gli uffici comunali distaccati, una scarsa disponibilità all’innovazione e all’ostruzionismo di qualche amministratore.

Fatto tesoro di una scelta forse troppo azzardata quantomeno nella tempistica di attuazione, il Comune di Agrigento ci riprova. A distanza di quindici giorni viene riproposto il servizio della differenziata, tolti nuovamente tutti i cassonetti dalle strade del quartiere e collocati i contenitori condominiali per ogni palazzo. Ma, stavolta, avrà funzionato? Fermo restando che ancora è troppo presto per dare giudizi di qualsiasi natura, la risposta attuale rimane il NO. Dopo i primi giorni, del secondo tentativo, i problemi riaffiorano al pettine: molti non hanno ricevuto i moduli nelle buche delle lettere e quindi non sanno come fare la differenziata. Un altro problema rilevante, soprattutto nei condomini di 10-15 famiglie, è l’organizzazione dei grossi raccoglitori condominiali in cui andrebbero riversati i rifiuti dell’intero complesso.

Per non parlare della campagna di sensibilizzazione che si è mossa intorno al fenomeno della differenziata. Insufficiente. Nonostante i buoni propositi dell’amministrazione comunale, che ha peraltro organizzato anche degli incontri con la popolazione e dei meeting nelle scuole con i bambini per tentare un avvicinamento, i risultati sotto questo punto di vista sono stati carenti. Bisogna capire, ed avere maggiore incisività di intervento, che operazioni come la differenziata attuate in città storicamente chiuse alle innovazioni, in quartieri peraltro dove la “resistenza” in tal senso è altissima, sono di quelle delicate che non possono essere programmate e attuate dall’oggi al domani ma, al contrario, serve una continua opera di educazione e sensibilizzazione dell’utente.

Un altro problema che molti dei nostri lettori ci hanno segnalato è rappresentato dai turni per la raccolta, sollevando qualche perplessità soprattutto per quanto riguarda i rifiuti dell’umido: sebbene la raccolta per questi rifiuti sia prevista 3 volte a settimana, non lascia del tutto convinti il fatto che vi sia un intervallo di due giorni interi, per poter disfarsi di questi rifiuti che, ricordiamo, possono comprendere anche resti di frutta, resti di pesce, lettiere degli animali, scatoloni di pizza ecc.

In conclusione, è arrivato il momento di recepire e raccogliere questa importante scelta di innovazione e civiltà ma, come in tutti i cambiamenti, bisogna usare la testa.