Via San Girolamo, storia di una vicenda tipicamente pirandelliana

Ha, ormai, assunto i contorni di una vicenda pirandelliana, e non soltanto per i residenti di  via San Girolamo o del ben più ampio e popoloso quartiere del centro storico di Agrigento.
La capacità dimostrata, infatti, nel riuscire a complicare e confondere la realtà dei fatti, assume oggi il ruolo evidente di paradigma di una burocrazia più cieca che miope, più contro che a favore dei cittadini. Come è noto, da oltre quattro mesi, in via San Girolamo vige l’interdizione al transito. A determinare ciò, un’ordinanza del comune di Agrigento, resasi necessaria a seguito di dissesti di natura idrogeologica che hanno interessato un edificio privato. Dissesti che sarebbero stati generati dal crollo della volta di una antica cisterna a campana, di epoca medievale, posta tra la base del fabbricato e la stessa via, e che avrebbe dato origine al cedimento del fabbricato privato prospiciente la via San Girolamo.
Come purtroppo avviene spesso in casi simili si è assistito, per mesi al solito rimbalzo di responsabilità tra i vari attori, enti e gestori chiamati in causa, nonchè il solito necessario ricorso alla Magistratura per dirimere la controversia, individuare i responsabili, e quindi punire i colpevoli.
Adesso sono trascorsi ben più di quattro mesi. E nell’ attesa che la Giustizia faccia il suo corso, si sono susseguiti, e si susseguono ancora, riunioni più o meno partecipate, vane promesse e interviste che annunciano l’oramai prossima risoluzione della faccenda. Ma a noi, come detto, tutto ciò è parso sin da subito esemplare.
Abbiamo seguito con interesse ed attenzione quanto accaduto in via San Girolamo, passo dopo passo, intervista dopo intervista, speranzosi davvero che, finalmente, si sarebbe risolta una grave emergenza cittadina. Da un comunicato stampa, diramato dalla parlamentare agrigentina Maria Iacono, è emerso un fatto che ha del paradossale. Il deputato del Partito Democratico ha chiesto ufficialmente l’intervento del Dipartimento di Protezione Civile Regionale, segnalando la gravità della situazione in cui versa l’intero quartiere agrigentino, i suoi abitanti, e i rischi per la pubblica incolumità. Tutto ciò, a noi, è parso davvero incredibile: dopo quattro mesi di riunioni e tavoli tecnici, sopralluoghi ed interventi, gli Uffici Comunali non hanno ancora coinvolto il Dipartimento Regionale di Protezione Civile, ovvero l’unico organismo in grado, forse, di poter risolvere la problematica? Come hanno permesso, detti uffici, di far trascorrere tutto questo tempo? Per quanto assurda possa sembrare, verificata la notizia, apprendiamo della sua veridicità e, strana coincidenza, proprio a ridosso della tranciante richiesta della parlamentare Iacono, viene emessa una ordinanza comunale, quanto mai tardiva, che intimava ai soggetti interessati, di porre in essere tutte le necessarie misure per garantire ai mezzi di soccorso il transito in via San Girolamo.
Ed ancora: negli ultimi giorni, a seguito dell’intervento del Dipartimento Regionale della Protezione Civile, della convocazione urgente di un sopralluogo congiunto, dello studio degli atti e dell’approfondimento dell’intera controversia, lo stesso Dipartimento Regionale, a strettissimo giro di posta, ha scritto a tutti gli enti interessati, individuando le modalità di risoluzione della vicenda,  individuandone i tempi e suggerendo agli stessi anche i riferimenti normativi. Alla richiesta di Maria Iacono, infatti, il Dipartimento Regionale di Protezione Civile afferma, nero su bianco, la necessità improrogabile di rendere fruibile la Via San Girolamo ed invita il sindaco, quale ufficiale del Governo, a volere adottare i provvedimenti del caso al fine di prevenire e di eliminare i gravi pericoli che minacciano l’incolumità, ricordando che lo stesso può provvedere d’ufficio, a spese degli interessati, senza pregiudizio dell’azione penale per i reati in cui siano incorsi.
Pietro Fattori