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E sarebbe questa la strada degli scrittori?

Intervista di Diego Romeo all’ing. Benito Macchiarola

Benito Macchiarola

Diego Romeo

 

 

 

 

Dal 23 aprile  2014 le cronache hanno sbandierato notizie rassicuranti sull’ Agrigento-Caltanissetta: 1° lotto a un passo dall’inaugurazione. Ormai manca davvero poco per inaugurare il primo lotto del raddoppio della S.S. 640 Agrigento – Caltanissetta.

19 Agosto 2015: Ss 640 Agrigento-Caltanissetta, ripartono i lavori con 100 operai. Sono più di cento gli operai che da lunedì 24 agosto ricominceranno a lavorare e pieno ritmo per concludere i lavori per il raddoppio della Ss 640 Agrigento-Caltanissetta. Sono 9 i chilometri ancora da completare sui 33 che fanno parte del primo lotto dei lavori nell’Agrigentino. Ad Agrigento, nella zona del rifornimento Erg dove parte la nuova “superstrada” 640, sarà completata entro ottobre la carreggiata destra così come nella zona del viadotto Petrusa. Altro tratto da completare una parte del rettilineo di Racalmuto, zona di contrada Noce, dove si sta lavorando per rendere l’asse principale tutto transitabile a quattro corsie sempre entro ottobre. Concludendo questi lavori, il primo lotto sarà definitivamente concluso.

Questo, secondo quanto si apprende dall’ingegnere Calogero Abissi, direttore tecnico dei lavori, stando ad una comunicato dell’Anas emesso il 6 ottobre scorso, il ripristino della viabilità doveva avvenire nella giornata del 12 dicembre.

16 dicembre 2016: SS 640 Slitta l’apertura: Impossibile aprire la strada entro il 31 Dicembre. Slittano i tempi per l’apertura al traffico della nuova statale 640.

L’inaugurazione della strada a quattro corsie, due per senso di marcia più una di sosta, in territorio di Agrigento dal chilometro 9,880, il punto da dove praticamente avrà inizio la nuova statale per Caltanissetta, era prevista entro il 31 dicembre considerata l’assenza di ostacoli, cosi come avevano precisato dall’Anas regionale.. “Abbiamo riportato—ci dice l’ing. Benito Macchiarola— solo alcuni brani estratti dalla stampa a dimostrazione del pressapochismo con cui l’impresa ha eseguito i lavori e l’ANAS ha “vigilato”.

Ma andiamo per ordine: 25 febbraio 2009: vengono consegnati i lavori del primo lotto alla Cmc (Cooperativa muratori e cementisti) aggiudicataria della gara milionaria come General contractor. I lavori dovevano essere ultimati entro 1.280 giorni quindi entro il 28 agosto 2012! Poco più di 3 anni.

Ebbene, il prossimo 25 febbraio 2017, saranno trascorsi ben 8 anni.

Quindi si è assistito allo  stillicidio delle scadenze?

“Si, l’impresa e l’Anas hanno continuamente dato scadenze che, puntualmente, non hanno rispettato. L’ultima è quella del 31 dicembre 2016. Per la quale si erano impegnati anche con il sottosegretario Simona Vicari che aveva visitato i cantieri lo scorso 18 luglio”.

Niente scossoni o proteste?

“Qualcuno dirà: «cosa vuoi che siano  cinque anni in più rispetto ai tre assegnati, l’importante è avere la strada».

Ma dietro questa rassegnazione ci sono problematiche diverse evidentemente.

Eh si, perché  cinque anni in più sono stati subiti dagli abitanti con disagi, (fino a stamani, se sbagli lettura di cartelli apposti in modo posticcio, invece di andare ad Agrigento, dal distributore Erg ti ritrovi allo svincolo di Aragona) disagi che, gli autori degli stessi avrebbero il dovere di riconoscere alla città, sperando che l’attuale amministrazione non faccia come quella precedente, per cui i 3 milioni, a quanto pare sono serviti a “garantire i servizi” come eufemisticamente soleva affermare il sindaco Marco Zambuto. Otto anni per realizzare (quando se ne andranno, solo allora i lavori saranno ultimati) circa 33 Km contro i tre fissati in sede di gara sono troppi, capisco che ci hanno abituato alla Salerno Reggio Calabria ma, pare, checiò non dovrebbe più accadere”.

Ma almeno si parla di penali?

“Certamente per ritardi era prevista una penale, per ogni giorno di ritardo, l’Anas che ha  persino rinnovato il suo sito “Vi presentiamo il nuovo sito Anas Mercoledì, 28 Dicembre, 2016 Trasparenza, eccellenza, sostenibilità e attenzione ai clienti sono i…” se provate a cercare notizie sul primo lotto resterete delusi, del primo lotto non si trova traccia, (fa venire in mente il Ministero della verità di Orwell nel suo 1984) alla faccia della trasparenza”.

A questo punto ci sarà un qualche intervento da chiedere?

“Non resta che chiedere un intervento dell’Anac, l’Autorità contro la corruzione, perché è chiaro, su questo appalto qualcosa non ha funzionato, chi doveva vigilare non lo ha fatto, chi doveva dirigere non lo ha fatto, chi doveva collaudare non lo ha fatto, il tutto condito da una sciatteria organizzativa da parte dell’impresa esecutrice (tratti realizzati e poi franati lasciati abbandonati per anni) lo svincolo di Racalmuto e quello della Petrusa abbandonato per anni, una sola squadra al lavoro, quando lavorava, se operava in un posto non poteva essere presente in altri. In sostanza una grande impresa, la Cmc, come pomposamente si legge sui cartelli distribuiti nei vari cantieri, che ci ha trattato come coloni, e da colonizzatori si sono comportati, con spocchioso menefreghismo”.

Anche qui impossibile avere giustizia?

“Voglio augurarmi che qualcuno renda giustizia a questa terra, dove l’Europa investe sul nostro futuro, e questi signori ce lo hanno rubato, grazie anche alla evidente connivenza di chi doveva vigilare, è triste dirlo ma, ancora una volta l’Anas non si è dimostrata all’altezza del compito, in tutto il mondo chi finanzia effettua un continuo e puntiglioso controllo anche sui tempi di esecuzione e interviene tempestivamente per richiedere una riorganizzazione al fine di garantire il rispetto dei termini contrattuali. Capisco che l’Anas non ci mette niente di suo, men che meno il funzionario o dirigente locale, è molto meglio mantenere rapporti cordiali con l’impresa e chiudere un occhio alle tante mancanze tanto poi arriveranno altri soldi per manutenere le porcherie che hanno lasciato fare e la … barca va. 

Da ultimo una notazione, alcuni organi di stampa hanno sottolineato gli sforzi delle maestranze che hanno lavorato anche di notte, mi associo all’encomio per le maestranze ma, non dimentico, che per anni, non li hanno fatto lavorare. In Sicilia si dice “u jorno unni voglio e la notte spardu l’oglio”, (di giorno non lavoro ma lo faccio di notte sprecando l’olio delle lanterne). Per ultimo un auspicio: venga applicata correttamente la penale per ritardi nell’ultimazione dei lavori e le stesse somme vengano distribuite tra i vari comuni a parziale ristoro dei disagi subiti da destinare a opere pubbliche”.