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Anno giudiziario: mafia forte e diffusa, pentiti decisivi

“Cosa nostra continua ad esercitare il suo diffuso, penetrante e violento controllo sulle attivita’ economiche, imprenditoriali e sociali del territorio, anche se il dato statistico registra un decremento pari all’8% del fenomeno rispetto al precedente periodo di tempo preso in considerazione”. E’ quanto emerge dalla relazione predisposta dal presidente reggente della Corte di appello di Palermo, Matteo Frasca, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. “Il merito di cio’ si deve sicuramente al particolare impegno e all’incisivita’ dell’attivita’ delle forze dell’ordine e dei magistrati della Dda di Palermo. Il panorama offerto dalle indagini mostra pero’ – prosegue – come la presenza di Cosa nostra sul territorio rimanga diffusa e pervasiva e sia tuttora in grado, quando ne ha ritenuto la necessita’, di portare a compimento azioni violente ed efferate per affermare la propria supremazia ed alimentare il flusso di proventi illeciti. Cosi’, da una parte, rimane pressante la sistematica imposizione del pizzo alle attivita’ commerciali e alle imprese, nell’ambito delle quali, tuttavia, vengono registrati crescenti ed incoraggianti atteggiamenti di rifiuto da parte delle vittime e di denunzia – o comunque collaborazione – con gli organi dello Stato”.

Dall’altra pero’ e’ ritornato preminente l’interesse dell’organizzazione mafiosa ad acquisire e mantenere il totale monopolio del mercato – estremamente remunerativo – delle sostanze stupefacenti, in stretto collegamento, per le esigenze di approvvigionamento, con altre organizzazioni criminali italiane ed estere. Ma il dato piu’ significativo e’ rappresentato dalla permanente e molto attiva opera di infiltrazione, da parte di Cosa nostra, in ogni settore dell’attivita’ economica e finanziaria, che consenta il fruttuoso reinvestimento dei proventi illeciti, oltre che nei meccanismi di funzionamento della Pubblica amministrazione, in particolare nell’ambito degli enti locali. Anche quest’anno le indagini su Cosa nostra si sono avvalse dell'”apporto fondamentale offerto dai collaboratori di giustizia”, che hanno fornito informazioni di grande importanza sugli attuali assetti organizzativi delle cosche mafiose – confermandone la struttura unitaria e piramidale ed il mantenimento delle tradizionali regole interne – sui loro interessi economici e su gravi fatti delittuosi da queste perpetrati. “Ed e’ particolarmente importante segnalare come diversi soggetti si siano determinati a collaborare con la giustizia. Al di la’ del livello di inserimento nell’organizzazione criminale, cio’ che rileva e’ la ripresa del fenomeno e l’incremento del numero dei collaboratori, anche proveniente da ambienti finora non “toccati” da tali forme dissociative traffico di migranti, associazioni di diversa etnia”.