Leo Sutera aveva adottato un particolare sistema (e tipico soltanto dei capi mafia) di comunicazione con i suoi uomini più fidati che prevedeva la predisposizione di un canale ben strutturato e quanto più impermeabile ad eventuali attività di indagine.
Per gli inquirenti particolare rilievo ricopriva il negozio di fiori gestito da Maria Salvato e l’abitazione dell’anziana madre di Sutera: luoghi ubicati al di fuori del centro e dotati di caratteristiche di assoluta riservatezza dove poter trattare argomenti particolarmente delicati.
Ma ad ascoltare c’erano le microspie degli inquirenti.
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