Mafia

Mafia, processo Icaro: Di Gati in video conferenza: “Marrella voleva uccidere Gagliardo”

C’era molta attesa per il collegamento in video conferenza di Maurizio Di Gati, l’ex barbiere di Racalmuto a capo di Cosa Nostra provinciale prima di essere spodestato nelle gerarchie da Giuseppe Falsone, consegnarsi alle autorità ed iniziare il suo percorso di collaborazione con la giustizia. 

E’ ricominciata, dunque, questa mattina l’udienza del processo Icaro – che si celebra davanti il collegio di giudici presieduto dal dott. Pietro Maria Falcone – e che vede imputati Carmelo Bruno, Vito Campisi, Antonino Grimaldi, Stefano Marrella, Vincenzo Marrella, Pasquale Schembri, l’altro Vincenzo Marrella, Francesco Tortorici, Gaspare Secolonovo e Ciro Tornatore, nel frattempo deceduto. Rispondendo alle domande del sostituto procuratore della Dda di Palermo, Claudio Camilleri, e ai difensori degli imputati, Di Gati ha riferito in particolare sulla faida nata all’interno della famiglia mafiosa di Montallegro in seguito all’omicidio di Lorenzo Marrella – padre di Vincenzo (cl.74) ucciso il 12 febbraio 1998: “Non ho mai avuto rapporti diretti con i Marrella di Montallegro ma indiretti sì tramite Stefano Fragapane e Giuseppe Fanara. Uno dei Marrella fu portato da Joseph Focoso, uno dei migliori killer della provincia di Agrigento, da Fanara mentre era latitante nelle zone del catanese. L’incontro era stato organizzato per fare luce su chi avesse ucciso Marrella anche se il tutto nasce all’interno della stessa famiglia.”

Ricordo anche che uno dei Marrella – se non sbaglio quello che è stato arrestato nei pressi del carcere Petrusa – aveva giurato vendetta una volta uscito dal carcere nei confronti di  Ignazio Gagliardo a causa del suo arresto per traffico d’armi. Per sentito dire ricordo che uno dei Marrella, ma non saprei indicare chi, lavorava anche all’ufficio tecnico di Aragona e ci fece vincere un lavoro tramite i Mortellaro ha concluso il collaboratore di giustizia.

Con le dichiarazioni rese oggi da Di Gati si accorcia ulteriormente la lista dei testimoni: resta da sciogliere adesso la posizione di un altro collaboratore di giustizia che potrebbe irrompere nel processo, cioè Calogero Rizzuto. Si riprende il 5 marzo.