Maxi sequestro della Dia: sigilli a beni per 100 milioni di euro (video)

Beni per un valore di oltre 100 milioni di euro sono stati confiscati dalla Direzione Investigativa Antimafia di Palermo agli eredi di un imprenditore edile palermitano Francesco Pecora, morto nel 2011. La confisca riguarda beni mobili e immobili, rapporti bancari, capitale sociale e relativo compendio aziendale di 6 società. Il provvedimento di confisca, emesso dal Tribunale di Palermo-Sezione Misure di prevenzione, trae origine da una proposta avanzata dal Direttore della Dia. “Francesco Pecora – spiega la Dia – personaggio di rilievo della consorteria mafiosa palermitana Cosa nostra, annovera come suoi coimputati nei processi alla mafia personaggi di alto spessore criminale, quali Pippo Calò, Antonino Rotolo, Tommaso Spadaro e Giuseppe Ficarra”. “La figlia di Pecora – spiegano ancora gli inquirenti – Caterina, è coniugata con Giovanni Motisi, 57 anni, latitante, figlio del noto Matteo, inteso ‘Matteazzo’, già uomo d’onore della famiglia mafiosa di Pagliarelli. A conferma che in Cosa nostra spesso i ”legami” giudiziari si rinsaldano con quelli familiari e viceversa, si evidenzia, altresì, che Pecora è consuocero di Salvatore Sbeglia, costruttore edile palermitano, condannato per mafia e socio in affari di Raffaele Ganci, boss del quartiere Noce di Palermo”. Secondo la Dia “Pecora e le sue società avevano assunto un ruolo di interfaccia e di canale di collegamento con il mondo imprenditoriale legale, gestendo i capitali provenienti dalle attività delittuose di Cosa nostra anche  fuori dalla Sicilia (un’azienda confiscata ha sede legale a Pordenone), condividendo gli interessi illeciti dell’associazione”. Con il provvedimento di oggi sono stati sottoposti a confisca 168 immobili (appartamenti, ville, magazzini e terreni), 3 società di capitale e 3 società di persone, rapporti bancari ed altro, per un valore complessivo di oltre 100 milioni di euro.