Operazione “Fenice”, tornano in carcere Rizzo e Musto

Condannati a vario titolo per associazione di tipo mafioso, estorsione, danneggiamento seguito da incendio e porto abusivo di armi.

Per questo sono finiti in carcere Alberto Musto di 34 anni e Fabrizio Rizzo di 47 anni, entrambi colpiti da ordine di carcerazione emesso dall’ufficio esecuzione penale della Procura Generale presso la Corte d’Appello di Caltanissetta, riconosciuti colpevoli a vario titolo dei reati di associazione di tipo mafioso, estorsione, danneggiamento seguito da incendio e porto abusivo di armi.

Musto deve scontare la pena definitiva di due anni, sei mesi e 10 giorni di reclusione; Rizzo, invece, di un anno, nove mesi e tre giorni di reclusione.

Entrambi erano stati arrestati nel gennaio del 2014 dalla Squadra Mobile nell’ambito dell’operazione “Fenice”.

Specializzati nella commissione delle estorsioni ai commercianti, unitamente ad altri sodali, anch’essi  arrestati, avevano riorganizzato in pochi mesi il clan mafioso dal quale dipendevano, dopo che il capo storico venne arrestato, nell’ambito dell’operazione di polizia denominata “Rewind”.

Il gruppo criminale fermato dagli investigatori della Polizia di Stato intendeva proseguire le attività criminali con i quali da sempre si alimentano le cosche: le estorsioni rappresentano un sistema collaudato per recuperare denaro da destinare anche alle famiglie dei detenuti.

Ieri pomeriggio i due condannati sono stati condotti al carcere di Gela, dove dovranno scontare la pena, dai Carabinieri di Niscemi.