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Operazione Predominio, ex pentiti tornano in città e ricostituiscono clan: 14 arresti

Sono tornati a Messina, hanno ricostruito la cosca, si sono armati e hanno ripreso il controllo del territorio dedicandosi agli affari illeciti di sempre: estorsioni e traffico di droga. Scoperti dalla Polizia, oggi sono stati arrestati cinque ex pentiti della mafia messinese. L’inchiesta è stata condotta dalla Squadra mobile e coordinata dalla Dda di Messina, guidata da Maurizio de Lucia.

L’inchiesta, che ha portato in tutto a 14 misure cautelari – 13 in carcere e una di arresti domiciliari – è nata un anno fa quando la Polizia ha scoperto che un gruppo di ex pentiti messinesi, protagonisti di spicco dei clan negli anni ’80 e ’90, erano tornati in città dopo aver espiato la pena e aver concluso il percorso di collaborazione con gli inquirenti.

Operazione Predominio, le perquisizioni

Messina gli ex collaboratori di giustizia hanno dato vita a una cellula di Cosa nostra con l’obiettivo di riconquistare il territorio e tornare al potere. Intercettazioni, pedinamenti e analisi dei traffici telefonici hanno accertato l’esistenza di due organizzazioni criminali, una di tipo mafioso, l’altra con il principale scopo di trafficare in droga, legate tra loro da interessi illeciti comuni. Alcuni componenti della cosca mafiosa facevano parte anche dell’organizzazione criminale di trafficanti di droga.

Le organizzazioni “sorelle” avevano assunto un ruolo negli ambienti criminali tale da incidere sulle dinamiche del malaffare messinese. Per decidere gli affari gli associati si incontravano in un ristorante del centro, gestito da uno degli ex pentiti. Alcuni degli indagati sono stati protagonisti di un’estorsione nei confronti del titolare di un’associazione culturale messinese che, minacciato con danneggiamenti, è stato indotto a dimettersi. L’inchiesta ha accertato decine di episodi di spaccio di droga. Le organizzazioni criminali, inoltre, avevano la disponibilità di grossi quantitativi di armi.


Operazione Predominio, la retata

I cinque ex pentiti di mafia arrestati all’alba di oggi dalla Squadra mobile di Messina, guidata dal vicequestore aggiunto Antonio Sfameni, secondo gli inquirenti non avrebbero mai interrotto “i contatti con i clan di Cosa nostra” dello Stretto. Sono 14 le persone finite in manette nel blitz scattato all’alba, tra cui, appunto, i cinque ex collaboratori di giustizia: Nicola Galletta, Gaetano Barbera, Salvatore Bonaffini, Pasquale Pietropaolo e Antonino Stracuzzi, quest’ultimo risponde solo di detenzione e porto di armi.

Galletta, Pietropaolo e Bonaffini dopo avere ultimato il percorso di collaborazione con la giustizia, erano tornati a Messina. L’obiettvo degli ex collaboratori era quello di riprendere “il controllo del territorio”. L’inchiesta è nata nel luglio dell’anno scorso quando i poliziotti della Squadra mobile hanno iniziato a indagare sugli ex pentiti che avevano relazioni con esponenti dei clan mafiosi di Messina.