Mafia

“Vultur”, agenti ricostruiscono fasi indagine: commerciante “intercettato” in auto con Meli sul banco dei testimoni

E’ stata un’udienza più complessa del solito quella che si è celebrata questa mattina nell’ambito del processo “Vultur”, scaturito dall’operazione condotta dalla Squadra Mobile di Agrigento, che vede imputati Rosario Meli, 68 anni di Camastra, il figlio Vincenzo Meli, 46 anni di Camastra, Calogero Piombo di 65 anni di Camastra, Calogero Di Caro, 70 anni di Canicattì ed Angelo Prato di 38 anni di Camastra. 

Tre i testi, chiamati dal sostituto procuratore della DDA di Palermo Alessia Sinatra, che sono stati escussi davanti al collegio di giudici presieduto dalla dott.ssa Turco (a latere i giudici Ricotta e Croce): si tratta dei sovrintendenti della Polizia di Stato, Cinzia Savarino e Fabio Fabiano, e del commerciante di Camastra, Calogero Barbara. Gli agenti hanno ricostruito in aula le fasi dell’indagine sfociata poi nell’operazione, riferendo ciascuno per le attività svolte: dalle perquisizioni effettuate in casa di Giuseppe e Vincenzo Meli alla ricerca di armi – il cui esito è stato negativo ma, come ha riferito l’agente, è stata rinvenuta una maglia intrisa di olio che, secondo quanto dichiarato in aula, potrebbe esser servita per occultare un’arma – alle condizioni patrimoniali e occupazionali della famiglia Meli.

Infine si è proceduto all’escussione dell’ultimo teste, un commerciante 51enne di Camastra, intercettato all’interno dell’auto di Rosario Meli il 22 dicembre 2012 alle 10:07.  Ed è proprio sul contenuto di quelle registrazioni ambientali (“Quando si è potuto fare qualche cosetta l’abbiamo fatta con pulizia e intelligenza” oppure “Meglio di come è stata portata non si poteva fare, non c’erano altre soluzioni”) che il sostituto procuratore chiede spiegazioni circa i rapporti con i componenti della famiglia Meli ma, soprattutto, se avesse mai ricevuto richieste estorsive nell’ambito della sua attività lavorativa: “Non ho mai ricevuto richieste estorsive se non in un unico caso quando al mio negozio, peraltro pieno di gente, si presentò Giuseppe Condello (ucciso con 7 colpi di pistola nel Gennaio 2012 insieme al suo presunto guardaspalle Vincenzo Priolo) che mi disse di “mettermi a posto”. Il fatto non fu denunciato alla polizia ma – quel 22 dicembre – Barbara si ritrovò a parlare in auto con Rosario Meli probabilmente proprio di questo episodio: “Quel drogato e alcolizzato è venuto col negozio pieno”. Alla domanda del perché avesse informato di questo tentativo di estorsione proprio Rosario Meli “Dovevano venire a Natale ma i signorini non sono venuti” il teste risponde più volte di “non ricordare”. 

Si torna in aula, questa volta nel bunker del carcere Petrusa, il 20 dicembre per l’escussione di altri testi chiamati dal sostituto procuratore della DDA, Alessia Sinatra. La difesa è rappresentata, tra gli altri, dagli avvocati Barba, Porcello, Castronovo e Bonsignore.