Bilancio, per sei volte il governo Crocetta è andato sotto in aula: approvazione il 29 Febbraio

Una Caporetto.  Il governo di Rosario Crocetta e la maggioranza escono con le ossa rotte dall’Assemblea regionale, che ieri pomeriggio ha cominciato a votare il bilancio di previsione 2016-2018, manovra da 24 miliardi di euro. Per sei volte consecutive il governo e’ andato sotto in aula, battuto su quattro emendamenti delle opposizioni, uno dei quali taglia 24 mila euro al capitolo delle spese per le missioni del governatore, e persino su due emendamenti tecnici a firma dell’assessore all’Economia, Alessandro Baccei.

La strada del voto segreto su ogni emendamento perseguita dalle opposizioni, soprattutto da M5s e Mpa, ha mandato in frantumi la maggioranza fin dalle prime battute in aula, dove tra l’altro mancava una trentina di parlamentari, gran parte dei quali proprio tra le fila dei gruppi che sulla carta sostengono la giunta. Messaggi politici inequivocabili, frutto delle spaccature interne al Pd e all’Udc, nonostante il vertice di coalizione riunito da Crocetta tre giorni fa e che evidentemente non e’ servito a nulla.

Assente a sala d’Ercole il presidente della Regione, gli assessori non hanno potuto che prendere atto della debacle parlamentare. Pd e Udc hanno tentato di salvare la faccia chiedendo il rinvio della seduta, ottenendolo solo dopo un paio d’ore quando il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, ha dovuto constatare il persistere dei problemi politici nella maggioranza, rinviando poi la seduta per mancanza del numero legale. Si tornera’ in aula domani pomeriggio, con la maggioranza che tentera’ nel frattempo di serrare i ranghi. La strada pero’ appare tutta in salita.

Dopo il bilancio, l’aula passera’ all’esame della legge di stabilita’ regionale, con circa 2 mila emendamenti. La manovra complessiva dovrebbe essere approvata entro il 29 febbraio, termine di scadenza dell’esercizio provvisorio. Ma nei corridoi di Palazzo dei Normanni c’e’ chi sussurra che se non cambiera’ il clima sara’ probabile il ricorso almeno a un altro mese di esercizio provvisorio. La legge di stabilita’ contiene tagli per circa 500 milioni di euro e norme che l’assessore Baccei ha concordato con Roma: se non saranno approvate rischia di saltare la trattativa tra la Regione e lo Stato che dovrebbe accordare 500 mln mancanti per chiudere il bilancio della Sicilia.