Miccichè: “Mafia si è sconfitta da sola. Cuffaro non è un mafioso”

“E’ un dolore infinito. Dell’Utri non e’ un mafioso. Aveva solo qualche conoscenza negativa, ma negli anni Settanta in Sicilia tutto era mafia”. Cosi’, in un’intervista al quotidiano Libero, il commissario di Forza Italia in Sicilia, Gianfranco MICCICHE’. “Io – aggiunge – ero un venditore di Publitalia, e quindi ero completamente fuori dal discorso. Ma a quel tempo tutti gli imprenditori in Sicilia dovevano venire a patti con la mafia, altrimenti non avrebbero potuto lavorare. Se un negoziante paga il pizzo e’ colpevole lui o lo Stato che non riesce a difenderlo? Dell’Utri ha risolto a Berlusconi qualche problema in Sicilia? Vi ricordo che ai tempi dello sbarco in Sicilia, al tavolo dell’Armistizio di Cassibile con gli americani e lo Stato italiano c’erano anche la Chiesa e la mafia”. Il presidente Mattarella potrebbe graziarlo? “Sarebbe giusto, e i siciliani capirebbero – risponde MICCICHE’ -. Ma sinceramente non credo che Mattarella avra’ mai questo coraggio. Tra due anni Marcello uscira’, auguro allo Stato di scampare alla vergogna di farlo morire in carcere”. Quindi lei e’ a favore della trattativa Stato-mafia? “Questo Paese e’ una barzelletta. Quando si e’ in guerra, si tratta, la mafia e’ stata battuta, e questo dimostra che lo Stato ha fatto bene a trattare”. Chi ha sconfitto la mafia? “Si e’ sconfitta da sola, quando ha ucciso Falcone e Borsellino, perche’ ha costretto lo Stato a reagire – spiega MICCICHE’ -. Ma era gia’ una mafia perdente, vittima di sanguinose guerre intestine. In realta’ la mafia ha cominciato a perdere con la caduta del Muro di Berlino”. “L’ho scoperto – aggiunge – quando ero a Scotland Yard per la Commissione Antimafia. La caduta del muro ha raddoppiato il mercato europeo della cocaina e dell’eroina e la Sicilia non e’ piu’ stata geograficamente strategica. I boss sudamericani del narcotraffico hanno mollato Cosa nostra per puntare sulla mafia georgiana, e in qualche mese quella siciliana ha perso un giro d’affari da ventimila miliardi l’anno. La mafia si e’ impoverita di colpo, non ha piu’ potuto pagare e li’ e’ nato il fenomeno del pentitismo, colpo di genio di Violante e Buscetta: e’ Buscetta che ha distrutto la mafia”.

Facendo i nomi? “Non solo. Al maxi processo parlava nascosto da un paravento. A un certo punto, come in un film, l’ha scostato e si e’ fatto vedere. E’ stato il segnale: potete parlare, la mafia non vi fara’ nulla. Anzi, vi conviene perche’ oggi lo Stato vi garantisce per parlare quello che la mafia un tempo vi garantiva per stare zitti: protezione, una nuova vita, soldi, una casa. Addirittura una crociera. Si ricorda le foto di Buscetta a torso nudo sul ponte della nave nell’estate del ’99? Tutto studiato mediaticamente. Devo riconoscere che nella lotta alla mafia la magistratura palermitana e’ stata strepitosa”. “Poi – aggiunge MICCICHE’ – e’ subentrato il pentitismo di Stato, quando i pm volevano far dire ai pentiti quello che avevano in testa loro e non solo la verita’. Un gruppo di magistrati che si erano montati la testa. Hanno inquisito il numero uno della Dc siciliana, Calogero Mannino e il presidente della Provincia di Palermo Francesco Musotto, poi assolti. Anche l’onorevole Gaspare Giudice, che si ammalo’ di cancro a causa del processo, l’ha certificato il suo medico, ed e’ stato assolto un mese prima di morire, altrimenti sarebbe morto con il sospetto”. L’ex governatore Cuffaro pero’ e’ stato condannato… “Ma anche lui non e’ un mafioso, ha solo incontrato dei mafiosi, che ai suoi tempi in Sicilia era cosa all’ordine del giorno. E’ stato un periodo terribile, la magistratura era impazzita. Si ricorda di Ingroia? Ha inquisito tutti, la sua fama era arrivata perfino in Giappone dove ce lo invidiavano, mi ha confidato un giorno la Cancellieri, poi si e’ candidato in politica. E gli elettori l’hanno meritatamente punito…”. Oggi la mafia in Sicilia e’ ancora pericolosa? “Penso che sia molto piu’ pericolosa altrove, oggi”. In Campania e in Calabria? “In Lombardia”, risponde MICCICHE’.