Evasione da 1,7 milioni di euro, De Luca (ai domiciliari) su Facebook: “Lo sapevo, vi aspettavo”

Il parlamentare e’ accusato di avere evaso oltre 1,7 milioni di euro. Ad appena due giorni dalla sua elezione, è finito in manette il neo deputato regionale Cateno De Luca, eletto nelle fila dell’Udc.

De Luca è stato arrestato, in esecuzione di un provvedimento cautelare emesso dal Gip del Tribunale di Messina a conclusione di articolate e complesse indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Messina, dai militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Messina e della Compagnia Carabinieri di Messina Sud. Il parlamentare è stato sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari.

Con lui ai domiciliari anche Carmelo Satta.

I due sono finiti agli arresti, “in qualità di promotori di un’associazione per delinquere finalizzata alla realizzazione di una rilevante evasione fiscale di circa 1.750.000 euro”, come dice la Gdf. Nel dettaglio, attraverso le indagini è stato individuato “un complesso reticolo societario facente capo alla Federazione Nazionale Autonoma Piccoli Imprenditori ed alla società Caf Fenapi s.r.l., riconducibile, direttamente o indirettamente, a De Luca e a Saitta, utilizzato, nel corso del tempo, per porre in essere un sofisticato sistema di fatturazioni fittizie finalizzate all’evasione delle imposte dirette ed indirette”, dicono gli inquirenti. In sintesi, lo schema evasivo emerso prevedeva l’imputazione di costi inesistenti, da parte della Federazione Nazionale a vantaggio del Caf Fenapi s.r.l., “individuato quale principale centro degli interessi economici del sodalizio criminale. La frode si è sviluppata basandosi sul trasferimento di materia imponibile dal Caf alla Federazione Nazionale, in virtù del regime fiscale di favore applicato a quest’ultima, che ha determinato un notevole risparmio di imposta”.

Al termine dell’attività investigativa è stato individuato un indebito risparmio di imposta pari a circa 1.750.000 (sia ai fini I.V.A. che delle Imposte sui redditi delle società). Oltre alle due persone sottoposte agli arresti, sono state deferite a piede libero altri 8 associati.

Contestualmente è stata disposta l’esecuzione del sequestro preventivo per equivalente fino all’ammontare dell’indebito risparmio di imposta, sia nei confronti degli arrestati che nei confronti della società Caf Fenapi s.r.l., nei cui confronti è stata applicata la normativa in materia di responsabilità amministrativa degli enti. Cateno De Luca è accusato di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di delitti in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto. Inoltre, gli viene contestato, insieme con gli altri indagati, il reato associativo.

Il neo deputato regionale Udc era già finito in manette nell’ambito dell’inchiesta per i lavori realizzati a Fiumedinisi (Messina).

Di recente la Procura ha chiesto per lui la condanna a 5 anni di carcere. La sentenza è attesa prima di Natale. De Luca aveva chiesto alla Suprema Corte di trasferire a Reggio Calabria il processo che lo vede imputato. Ma per i giudici della Suprema Corte il ricorso non è trattabile. Quindi il processo resta a Messina.

DE LUCA SU FACEBOOK. “Io li aspettavo da qualche giorno. Sapevo gia’ che mi avrebbero arrestato. Perche’ gia’ certi ambienti mi avevano avvertito! Ed oggi piu’ di ieri vi dico che anche questo procedimento finira’ come gli altri quattordici: archiviati o con sentenza di assoluzione”. Lo scrive su facebook il neodeputato dell’Ars Cateno De Luca. “Ringrazio i militari che stamattina alle ore 7.25 hanno suonato alla mia porta per arrestarmi- continua De Luca- in quanto sono stati un esempio di professionalita’, gentilezza e riservatezza. Ora sono agli arresti domiciliari a Fiumedinisi e penso solo a preservare mia moglie, i miei figli, la mia famiglia dall’ulteriore calvario giudiziario che li attende”. “Chiedo scusa ai miei sostenitori ed elettori per cio’ che subiranno nei prossimi giorni- aggiunge- Posso solo dirvi che i fatti contestati risalgono al periodo 2007-2012 per i quali risulta pendente presso la commissione tributaria regionale un procedimento: mi contestano che io avrei agevolato il Caf Fenapi ad evadere il fisco e quindi non sarei io l’evasione ma il Caf Fenapi di proprieta’ della Fenapi che ha oltre 300 mila soci. Dedico questa ulteriore battaglia ai perseguitati dell’ingiustizia che non hanno avuto la forza ed i mezzi per ottenere giustizia. State sereni io non mollo”. E conclude: “Vi saluto offrendovi virtualmente il caffe’ del galeotto”.

Quello di Cateno De Luca, il politico siciliano finito agli arresti domiciliari per evasione fiscale, e’ un caso senza precedenti per l’Assemblea regionale siciliana. De Luca e’ infatti il primo deputato eletto che viene arrestato prima dell’insediamento, quindi prima del suo giuramento. Una specie di limbo insomma al quale anche i tecnici, a caldo, non sanno dare per il momento risposte certe. “Cateno De Luca e’ il primo deputato arrestato a due giorni dalle elezioni che ancora non si e’ insediato e che non ha giurato. Giuridicamente non e’ ancora deputato”, conferma all’ITALPRESS una fonte dell’ufficio legislativo dell’Ars. E proprio questo ufficio e’ al lavoro in queste ore per interpretare il caso e capire quali sono le norme da applicare. “La Corte d’appello non ha proclamato l’elezione dei candidati e quello di De Luca e’ un caso giuridico inedito e atipico – spiega la stessa fonte -. Un deputato per entrare nell’esercizio delle sue funzioni deve prima essere proclamato eletto dalla Corte di Appello, poi si deve insediare e quindi giurare. Tutto questo non e’ avvenuto ancora”. In sostanza, “affinche’ il presidente del Consiglio possa procedere alla sospensione, De Luca si deve insediare”. Se dovesse essere sospeso al suo posto subentrera’ Danilo Lo Giudice, primo dei non eletti della stessa lista di De Luca, Sicilia Vera-Udc, nel collegio di Messina.