Akragas, Silvio Alessi lascia il suo testamento in esclusiva: “Il mio impegno è al capolinea”.

 Il presidente più vincente della società agrigentina, intervistato da Giuseppe Castaldo, racconta i suoi cinque anni alla guida del club e molto altro: dall’attuale situazione economica ai possibili scenari futuri. Il giocatore preferito? “Nicola Arena.”

Con il nuovo anno, aperto da pochi giorni, l’Akragas deve giocare una delle partite più importanti della sua recente storia. Dopo un quinquennio di soli alti con mille emozioni, una doppia promozione, una salvezza miracolosa ottenuta lo scorso anno e una serie di calciatori che hanno lasciato il segno ad Agrigento, è il momento di fare quadrato e risolvere una serie di problemi, di natura societaria in primis, che stanno mettendo a dura prova la “salute” del gruppo agrigentino.

Silvio Alessi con il ministro degli Esteri, Angelino alfano.

Abbiamo deciso così di intervistare il principale artefice, nonché attuale presidente della società, Silvio Alessi, per cercare di capire quali saranno le prossime mosse della dirigenza, lo stato economico, la questione stadio e molto altro.

L’Akragas, si sa, rappresenta per Agrigento molto più di una squadra di calcio e, spesso, il rapporto con i propri tifosi, i propri cittadini è stato dominato da sentimenti contrastanti, di amore e odio, che non sempre ha giovato alle fortune calcistiche ed extra calcistiche della squadra. Un amore viscerale, come quello che si prova in un matrimonio che dura da molti, moltissimi anni.

L’intervista che seguirà, lo diciamo francamente, assume le connotazioni di un vero e proprio testamento. Un passaggio di consegne, auspicando un futuro migliore. Silvio Alessi, la cui gestione carte alla mano rappresenta il momento più alto del calcio ad Agrigento, fa trasparire tutto il suo amore per la società di cui fin da bambino era tifoso. Una gestione che, però, negli ultimi cinque anni lo ha inevitabilmente cambiato.

Mentre scriviamo, e andiamo in stampa, l’Akragas ha ceduto il suo capitano, Daniele Marino, all’Unicusano Fondi. Altri movimenti di mercato, anzitutto in uscita, sono possibili nelle prossime ore. Con la valigia in mano anche Salvatore Cocuzza, per la verità mai amato in fondo ad Agrigento, e Ciccio Salandria. Queste operazioni rientrano, come leggerete di seguito, in quelle “decisioni drastiche” per ridurre il budget e consentire alla società di terminare la stagione senza alcuni punti di penalizzazioni, ammende o squalifiche.

Coreografia Akragas

Presidente, da quel 20 novembre scorso, l’Akragas ha lottato sul campo con i mezzi disponibili e, nonostante un ruolino di marcia non invidiabile, ha ancora tutte le carte in regola per giocarsi la salvezza come lo scorso anno. In ambito societario che novità ci porta? Dopo il passo indietro di Giavarini chi si prenderà l’onere di condurre questa società alla fine del campionato?

“In ambito societario purtroppo ad oggi non ci sono novità importanti, siamo ancora fermi al novembre scorso con la reale volontà di Giavarini di fare un passo indietro e la mia volontà di rimanere al timone di questa società con un mandato a tempo solo al fine di traghettare la squadra verso nuove prospettive di investimenti, cosa che a tutt’oggi si è solo limitata a sterili trattative non avendo rilevato nessun serio interesse da parte di chicchessia a rilevare in toto o solo in parte quote societarie. Ricordo a tutti che questa società è una delle poche di Lega Pro con i conti in ordine, che ha pagato tutti gli stipendi e i contributi fino alla mensilità di novembre. È’ chiara una cosa che da solo, e così sono rimasto, non sono in condizioni di potere portare a conclusione in campionato se non con una drastica riduzione del badget che comporterà sicuramente delle decisioni dolorose per tutto l’ambiente.”

 Sono tante le voci che si rincorrono in città ma pochi i riscontri. Si parla tanto di un interessamento di una cordata di imprenditori romani con l’ausilio dell’ex direttore generale, oggi assessore al bilancio del Comune di Agrigento Giovanni Amico. Cosa c’è di vero? 

Di vero c’è che ancora una volta l’assessore Amico, forte della sua passione e amore per questi colori ma anche nella sua qualità di assessore allo sport, ha capito, rispetto ad altri che fanno finta di non capire, la gravità della situazione. Abbiamo avuto un incontro dove ho prospettato con la massima sincerità la situazione attuale e le eventuali conseguenze. Lui, dimostrando grande sensibilità, ha dato la disponibilità a riprendere in mano una trattativa che si era interrotta con l’arrivo di Giavarini. Mi ha chiamato in questi giorni dicendomi che c’è ancora un certo interesse ma che questa cordata romana vuole, naturalmente, vedere le scritture contabili prima di decidere in qualsiasi senso. Ho dato mandato ai nostri commercialisti di mettere a disposizione tutto quanto richiesto e nei prossimi giorni aspetto notizie in merito. A prescindere da come andrà a finire questa trattativa, mi corre l’obbligo di ringraziare pubblicamente Giovanni Amico per tutto quello che ha fatto, per l’impegno profuso e per essermi stato accanto in questi splendidi anni di mia presidenza all’Akragas.

3) Ha sempre difeso l’operato di Marcello Giavarini che da quando ha rilevato la maggioranza delle quote ha dimostrato con i fatti ( i soldi) di onorare gli impegni assunti. La piazza agrigentina ha sempre guardato con diffidenza sia Giavarini che il suo braccio destro, Peppino Tirri. Un forse approccio sbagliato dal punto di vista della comunicazione, ricordando le prime dichiarazioni del patron ( “Entro due anni la Serie B”) e un amore non scoccato con i tifosi hanno rallentato quel processo di “maturazione” dell’Akragas. Cosa ne pensa di questa storia e complessivamente che giudizio da a Giavarini e Tirri? 

 “Non penso proprio sia un problema di comunicazione. Giavarini all’inizio della sua avventura akragantina aveva per davvero dimostrato grande entusiasmo nel progetto e ci ha creduto così tanto che alle dichiarazioni che aveva rilasciato ci credeva e sperava. Con il passare del tempo si è reso conto che alcune promesse ricevute prima del suo subentro e le condizioni iniziali erano radicalmente cambiate, poi anche che a causa delle sue origine “licatesi” non è entrato a pieno nel cuore di alcuni tifosi o pseudo tali che , di domenica in domenica, lo riprendevano con cori poco consoni nei confronti di chi ha investito economicamente in questa società. Tutto questo ha fatto si che la passione e la voglia iniziale pian piano venissero meno. Ne abbiamo parlato diverse volte e ho sempre cercato di tranquillizzarlo sul fatto  che la maggior parte del popolo agrigentino era con lui e che insieme avremmo superato tutti i problemi logistici, tecnici ed economici con una programmazione serie ed oculata dei prossimi anni. Ricordo a tutti che Marcello, insieme a me, è stato l’artefice della salvezza del club lo scorso anno, siamo stati i finanziatori dello scorso campionato, siamo stati quelli che hanno permesso l’iscrizione in questo campionato e infine quelli che abbiamo garantito la copertura finanziaria fino a oggi. Per quanto mi riguarda non posso che ringraziare Marcello ed essergli riconoscente, per me è stato, resta e resterà sempre un amico e soprattutto una gran persona per bene. Per quanto riguarda Tirri ho detto in più occasioni che, per quanto mi riguarda, è un perno fondamentale del progetto akragas, è un gran lavoratore è un professionista serio. Sono fermamente convinto che in condizioni normali e con una stabilità societaria, forte della sua grande esperienza, potrebbe dare un contributo serio alla nostra causa.”

 Lo scorso anno, con una rosa sulla carta meno competitiva e con un disponibilità economiche diverse, la squadra riuscì a salvarsi. Fu decisivo un suo intervento, insieme ai suoi fedelissimi, a risollevare le sorti della squadra dal punto di vista tecnico. Dario Scozzari, Catania e il ritorno di Pino Rigoli. Dobbiamo aspettarci qualcosa di simile a partire dal mese di Gennaio? 

 “L’anno scorso siamo riusciti ad invertire una tendenza negativa è una situazione incancrenita dalla gestione Legrottaglie grazie ad alcune scelte tecniche azzeccate. Quest’anno penso che non sia necessario tutto questo perché Mister Di Napoli ha dimostrato fino a questo punto di saperci fare pur avendo una squadra giovane formata da ragazzi eccezionali che però hanno peccato solamente di inesperienza. Sono fermamente convinto che se si risolvessero le questioni societarie basterebbero tre / quattro innesti importanti per raggiungere una salvezza tranquilla che,ricordo ancora una volta, è l’unico obiettivo stagionale.”

Durante questi mesi sono state diverse le questioni che hanno animato il dibattito sportivo. Dalle sponsorizzazioni, al mancato impegno di imprenditori agrigentini nello sport arrivando ad una pirandelliana firma di una convenzione che dovrebbe dare la gestione dell’Esseneto all’Akragas. Si è parlato tanto di impianto di illuminazione, di strutture sportive di immissione di nuovi capitali in società di restyling dello Stadio. Ad oggi, però, in società c’è solo lei ad esercitare quella funzione di garante e collante tra tifosi e società. La convenzione è stata firmata ma il primo provvedimento del Comune è stato quello di rimuovere gli sponsor pubblicitari dalla facciata dell’impianto e, infine, non si vede alcun traliccio dell’illuminazione. Non pensa che questo insieme di cose, unitamente ad una scarsa comunicazione, abbiano creato un filo di diffidenza tra gli appassionati? E, ancora. Che tutto questo non giustifichi, se non in pieno almeno in parte, il feeling mai esploso che ha portato i tifosi ad essere, di anno in anno pur salendo di categoria, sempre di meno ad andare allo Stadio?  

“Beh, su questa domanda potremmo scrivere un intero articolo e credimi non basterebbe un intero giornale per contenerlo. Però penso che questo non sia il momento giusto per farlo. Voglio evitare qualsiasi tipo di polemica e soprattutto non voglio dare adito a dannose e sterili strumentazioni sugli argomenti. Posso solo dire che i tifosi dovrebbero comprendere quanto abbiamo fatto non solo per l’allestimento tecnico della squadra ma soprattutto lo sforzo economico profuso per la realizzazione di tutte le strutture, il restyling dello stadio, dal manto erboso all’impianto di video sorveglianza, dalle strutture di pre filtraggio del settore ospiti,  alle risorse economiche spese per l’adeguamento dello stadio e degli spogliatoi alle norme federali, dalla sala stampa alla tribuna stampa e molto altro. I tifosi dovrebbero prendere coscienza che tutte queste risorse economiche sono state sottratte al badget per la realizzazione della rosa tecnica. Quindi avrei avuto piacere che in considerazione di  questo avrebbero dato anche il loro contributo a prescindere dalla squadra e dai risultati conseguiti. Ricordo a tutti, per primo a me stesso , che all’inizio del campionato siamo stati molto chiari sul fatto che avremmo fatto una squadra di giovani rispettando un badget basso che ci avrebbe permesso di continuare questa avventura in Lega Pro. Però questo non vuole essere assolutamente un rimprovero perché lo zoccolo duro dei nostri tifosi sono stati sempre presenti e ci hanno sostenuto e ci sostengono sia nei momenti belli che in quelli brutti. A loro va tutta la mia stima e il mio sentito ringraziamento.”

 Proporre calcio ad Agrigento è da sempre qualcosa di dispendioso sia a livello economico ma soprattutto a livello umano. La storia insegna che sotto la Valle dei Templi il calcio professionistico non dura più di due annate. Lei, in tal senso, ha già dimostrato probabilmente di essere il presidente agrigentino più vincente della storia recente del club. Da quando ha recuperato dalle ceneri dell’Akragas e dell’Agrigentina, la seconda squadra di Agrigento, l’attuale società si sente un uomo diverso? Come è cambiata la sua vita da presidente dell’Akragas? Quali i più significativi cambiamenti? Per dirla breve, cosa vuol dire essere il presidente dell’Akragas da agrigentino?

“Il fatto di essere il presidente più vincente della storia dell’Akragas, senza dubbio, mi fa molto piacere e da primo tifoso mi inorgoglisce tanto. Ho fatto tanto per l’Akragas e l’ho fatto solo per passione, mettendoci anima,corpo, il mio tempo e il mio denaro. Ho portato questa squadra da un sicuro fallimento al calcio professionistico, sono riuscito l’anno scorso, dopo il disimpegno dei miei compagni di viaggio, a rilanciare il club e disputare la terza serie, sono riuscito ancora quest’anno a iscrivere la squadra e fare fronte, sempre grazie anche a Giavarini, a fare disputare un campionato sereno fino a oggi. Tutto questo mi ha sicuramente dato una bella notorietà ma mi ha anche caricato di grosse responsabilità nei confronti dei tifosi ma soprattutto della città, responsabilità che fino a oggi ho onorato fino in fondo. Da grande tifoso dell’Akragas esserne il Presidente è una sensazione bellissima che porterò sempre dentro il mio cuore. Ma oggi penso che il mio impegno sia arrivato al capolinea, ho dato tanto e ricevuto anche tanto e penso che oggi l’Akragas abbia bisogno di forze economiche nuove ma soprattutto di persone che abbiamo lo stesso entusiasmo che ho avuto io in questi 5 anni. Solo con l’amore è l’entusiasmo si possono raggiungere traguardi importanti.”

In questi anni da presidente, come dicevamo vincente, sono stati più i momenti di intensità emotiva, di gioia rispetto alle delusioni. Quale momento ricorda con più nostalgia? 

“Sicuramente i momenti più belli sono stati tanti e maggiori rispetto a quelli brutti. I momenti che ricordo con piacere sono quelli delle promozioni e delle due finali play off, ma anche le tante trasferte insieme ai miei vecchi soci e i momenti di aggregazione con i ragazzi con i tifosi e con tane persone che amano questi colori.”

Presidente, sotto la sua gestione l’Akragas negli ultimi anni ha avuto una crescita imparagonabile alle precedenti gestioni. Facendo un bilancio con uno sguardo al futuro. Ci dica con sincerità quali possono essere i traguardi reali a cui questa società può ambire.?

“Hai ragione in questi anni abbiamo raggiunto obiettivi importanti e abbiamo fatto in modo che si parlasse positivamente di Agrigento in tutta Italia, naturalmente dal punto di vista sportivo. Abbiamo regalato a questa città martoriata momenti di gloria, abbiamo regalato alla nostra gente momenti indimenticabili che resteranno nella storia calcistica di Agrigento. Abbiamo regalato qualcosa di importante a tanti sotto tutti i punto di vista. Posso dire senza ombra di smentita che questi anni sono stati i migliori anni della nostra vita (sportiva) e li ricorderemo con grande nostalgia. Sono fermamente convinto che questa città è questa provincia meritino palcoscenici ancora più importanti e la nostra gente, in questa ipotesi, si farà trovare pronta e matura.”

Concludendo questa chiacchierata la saluto con una domanda da veri appassionati di calcio. Vogliamo sapere il suo 11 titolare, il dream team di Silvio Alessi, con i giocatori passati sotto la sua gestione. Quale giocatore, fra i tanti giunti ad Agrigento, l’ha fatta emozionare più di tutti? “Bella domanda. Io ho apprezzato e stimato tutti, ma proprio tutti, i ragazzi che sono stati ad Agrigento sotto la mia gestione di loro ho un gran bel ricordo e li saluto tutti affettuosamente. Penso comunque che il calciatore che è rimasto nel cuore di tutti gli agrigentini è Nicola Arena. Questo non significa che gli altri sono stati da meno ma Nicola con le sue prodezze ha lasciato sicuramente un segno particolare. Colgo l’occasione per ringraziarti per questa bella chiacchierata ma anche per l’impegno che metti in campo con grande passione per informare i nostri tifosi sulle vicende legate alla nostra squadra del cuore. Forza Akragas”.