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Blitz “Catene spezzate”: “A testa alta” aveva chiesto controlli su tutte le strutture di Licata

L’associazione “A testa alta” di Licata, attraverso la propria pagina Facebook, ha rivolto un riconoscente ringraziamento alla preside e all’insegnante della “Luigi Pirandello” che, con professionalità e sensibilità, sono riusciti a cogliere la disperata richiesta di aiuto di alcuni dei giovani ospiti della cooperativa “Suami”, ormai tristemente nota come la “casa degli orrori”.

Un sentito ringraziamento è stato rivolto ai Carabinieri di Licata per l’eccellente lavoro investigativo svolto e per l’impegno profuso nell’operazione “Catene spezzate”: azioni come questa, scrive l’associazione, restituiscono fiducia nelle istituzioni.

“A testa alta” ricorda che per la città di Licata si tratta del secondo caso in pochi mesi; a luglio, infatti, alcuni operatori dipendenti di cooperative che gestiscono comunità per minori con disturbi del comportamento e disabili psichici sono stati accusati di abusi sessuali e favoreggiamento e, nei loro confronti, è stato disposto il giudizio immediato.

In quella occasione, l’associazione ha subito sollecitato l’assessorato regionale della Famiglia, delle politiche sociali e del lavoro all’esercizio dei poteri di vigilanza e controllo prescritti dalla legge non solo sulle comunità coinvolte nello scandalo degli abusi sessuali su minorenni disabili, ma anche su tutte le altre strutture analoghe ubicate nel territorio di Licata.

L’Assessorato, tuttavia, si è limitato a disporre delle ispezioni nelle comunità interessate, a mezzo “propri” funzionari e al fine di adottare non meglio precisati “atti conseguenziali”.

L’associazione “A testa alta” auspica che, questa volta, chi di dovere possa effettuare i controlli in maniera più concreta ed efficace e su tutte le strutture assistenziali presenti a Licata per evitare che fatti simili si ripetano ancora.