Licata, Comitato “no triv”: sia fatta chiarezza su conflitto d’interesse per il dirigente Ortega

Il comitato popolare “no trivelle” alza il tiro sulla vertenza trivellazioni al largo della costa di Licata. Da un’animata assemblea aperta, che ha registrato la partecipazione di numerosi cittadini, è emersa l’indicazione di prendere una posizione pubblica sull’inerzia dell’amministrazione comunale di Licata, e del suo apparato burocratico, a determinarsi sulla vicenda trivellazioni.

È da tempo che, nella cittadina marinara, attivisti, associazioni, cittadine e cittadini parlano delle trivelle offshore e dei rischi ad esse collegati. Nelle scuole, nelle parrocchie, tra la gente per strada, nelle piazze. Si battono. Lottano, con iniziative di informazione e attraverso manifestazioni (l’ultima delle quali il 9 gennaio che ha visto sfilare a Licata oltre mille persone provenienti da tutta la Sicilia), contro quella che ritengono una devastazione non solo ambientale, ma anche sociale ed economica del territorio; un territorio, come quello di Licata, che dal mare dovrebbe trarre turismo, benessere e lavoro.

Avviene che, in questa vertenza, simile a quelle che vedono coinvolti numerosi combattivi comitati contro le trivelle sorti in tutta Italia, il sindaco di Licata Angelo Cambiano «non ha aperto bocca pubblicamente». A metterlo nero su bianco è il movimento NoTriv di Licata che ha «più volte sollecitato il primo cittadino interventi urgenti e doverosi nell’interesse della comunità da lui amministrata»: informare la cittadinanza sui progetti di estrazione e ricerca di gas e petrolio che interessano il territorio; presentare osservazioni tecniche in opposizione a ciascun progetto; dare un segnale simbolico, ma concreto, attraverso l’adozione di un’ordinanza sindacale al fine di interdire ogni opera legata ai progetti di trivellazione a mare. Il sindaco Cambiano, nel mese di agosto, avrebbe “girato” le istanze del comitato al dirigente del dipartimento Urbanistica e LL.PP., Vincenzo Ortega, individuandolo come referente per questo genere di questioni. Da allora, continua il comitato, «solo silenzi e rinvii». Di osservazioni tecniche contro i progetti al largo della costa licatese neanche a parlarne: il comune avrebbe lasciato scorrere inutilmente i termini.

Gli attivisti tornano alla carica e, dopo la manifestazione del 9 gennaio, ottengono un incontro con il sindaco Cambiano, che accoglie la proposta di indire una riunione a Licata tra i sindaci delle aree interessate dai progetti di trivellazione. Partono così gli inviti dal palazzo di Città. Stando alle parole del comitato, quello che va in scena il giorno dell’incontro è un teatrino poco felice perché proprio il sindaco risulta assente. Di fronte alla «totale mancanza di interesse e di garbo istituzionale», dice il comitato, «si è rinunciato, per l’ennesima volta, a stigmatizzare il comportamento del sindaco per non dare spazio a polemiche e trovare insieme una soluzione allo spiacevolissimo episodio». Ma il silenzio continua.

Come se non bastasse, a complicare le cose ci si mette di mezzo un «conflitto di interesse, quantomeno potenziale» che coinvolgerebbe proprio il dirigente Vincenzo Ortega, indicato dal sindaco quale referente per la questione trivellazioni e a capo del dipartimento Urbanistica e LL.PP. cui spetterebbe la predisposizione delle osservazioni tecniche avverso i progetti di estrazione e ricerca di gas e petrolio che interessano la città di Licata.

A determinare il conflitto d’interesse, spiega il comitato NoTriv, la partecipazione del figlio del dirigente Ortega ad uno stage di tre mesi in ENI su “recupero degli idrocarburi nel sottosuolo” a cui è seguita, nel mese di dicembre 2015 l’assunzione come “Resevoir Engineer” presso la stessa azienda.

Il fatto, scoperto grazie alle informazioni (pubbliche) disseminate nel profilo Linkedin del figlio di Ortega, non è andato giù al comitato “No Trivelle” che adesso – a prescindere dalle «disposizioni normative che prescrivono l’astensione del dipendente pubblico, a fronte di qualsiasi posizione che possa, anche in astratto, pregiudicare il principio di imparzialità dell’azione amministrativa» – chiede lumi al sindaco Angelo Cambiano: «quando ha individuato come interlocutore il dirigente Ortega, era al corrente di questa situazione?».

Per il comitato popolare, a questo punto, «rinvii e silenzi non sono più tollerabili», anche perché «occorre produrre atti amministrativi, elaborati tecnici ed azioni legali per contrastare gli ulteriori provvedimenti governativi che rendono sempre più imminente l’avvio delle trivellazioni che devasterebbero irrimediabilmente il nostro mare».