Palma, ad una svolta le indagini sul tentato omicidio di Diego Provenzani

L’agguato a Diego Provenzani, detto “patata” o “haschishiato”, 49 anni di Palma di Montechiaro, un tempo “stiddaro”, e da alcuni anni considerato un “cane sciolto”, ferito da una pioggia di piombo, la sera del 13 dicembre dell’anno scorso, potrebbe essere arrivatoi ad una svolta investigativa.

La Squadra Mobile di Agrigento avrebbe individuato chi quella sera di dicembre sparò al pregiudicato palmese. Il movente dell’agguato sembra essere legato a vecchi rancori personali covati nel tempo. Tre o quattro le persone sospettate che avrebbero potuto avere un ruolo nel grave fatto di sangue che sarebbe stato determinato da contrasti personali e nemmeno tanto recenti.

L’inchiesta è coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica di Agrigento, Carlo Cinque.

Gli agenti sarebbero riusciti ad individuare anche l’autovettura, presumibilmente utilizzata per l’agguato, dal gruppo di fuoco. Sull’automobile sono stati compiuti rilievi scientifici concentrati alla ricerca di eventuali tracce.  Inoltre, nel corso di alcune perquisizioni domiciliari sono stati sequestrati diversi materiali e vestiario, di interesso investigativo.

Di sicuro, solo per miracolo è scampato alla trappola mortale dei sicari. Chi ha premuto il grilletto ha atteso con pazienza che l’uomo passasse all’altezza del bivio per Marina di Palma. Conoscevano già i suoi movimenti e lo hanno aspettato, e quando lo scooter Scarabeo guidato dal palmese, è sfilato davanti, uno dei killer seduto al posto passeggero di un’auto, ha cominciato a sparare. Esplosi quattro colpi di pistola calibro 9, almeno tre andati a segno. Anche se i fori rinvenuti sul corpo del palmese sono stati complessivamente quattro. Uno dei quali dal braccio, avrebbe attraversato l’addome.  Sul luogo dell’agguato sono stati trovati e sequestrati dalla polizia Scientifica, tre bossoli e un’ogiva di una calibro 9. Una seconda ogiva dello stesso calibro è stata recuperata in ospedale.