Morte di Roberto Gambina: famiglia nomina esperti di delitti irrisolti per avere giustizia e verità

Roberto Gambina

Il 20 novembre 2015 alle ore 10.00 circa, Roberto Gambina viene trovato morte in circostanze per niente chiare, all’interno dell’Istituto Lanza di Vittoria.

Sono passati oramai 8 mesi e ad oggi non è stato trovato un colpevole, ne un indagato con tantissimi interrogativi a cui la famiglia non ha risposte.

L’unica cosa certa è che Roberto era un ragazzo tranquillo, di una buona educazione, affiatato con i genitori e senza apparenti motivi che potessero spingerlo a quel gesto che, ad oggi viene considerato suicidio.

La famiglia pazientemente attende riscontri dalla Procura di Ragusa che sta indagando, attende fiduciosa che si possa far luce ed emerga la verità, quella giusta verità che possa dare un senso, se senso può avere la morte di un figlio, ad un gesto che non può essere “suicidio” da una molteplice di riscontri visibili ad occhio nudo.

Tutto si discosta da una dinamica suicidaria, dalla posizione del corpo di Roberto, dai segni evidenti non compatibili con una caduta, oltre a spaziare su altre stranezze che roteano intorno a questa vicenda, frasi su internet, riscontri trascurati con un’estrema superficialità e altri aspetti che si attende che la Procura prenda in esame e vada a fondo.

La madre di Roberto chiede a gran voce verità e giustizia ed ha messo in pratica plateali proteste per ottenere ciò. Ma non solo proteste.  La famiglia del giovane non lesina risorse e mezzi pur di arrivare alla soluzione del caso e per ribadire la sete di giustizia ed ha compiuto un altro passo molto importante: a supporto dello studio legale già nominato dall’inizio delle indagini, è stato incaricato uno staff di consulenti di parte  proveniente dalle Marche (Ancona) la Dfa (Digital forensics agency e la Iif) coordinati da Luca Russo analista forense esperto in criminologia, antropologia e scienze investigative avanzate, nominato su centinaia di casi per conto di diverse Procure della Repubblica in qualità di consulente tecnico del Pm o in qualità di consulente tecnico esclusivamente prestando la propria professionalità a favore della parte offesa.

Negli oltre 15 anni di esperienza nell’ambito investigativo diventa un importante supporto per le forze di Polizia nella soluzione di diversi casi (omicidio Sarchiè, Omicidio Goffo Rossella, triplice omicidio Macerata, Omicidio Lulli Pesaro, omicidio-suicidio Recanati  ecc.);

Margherita Carlini criminologa forense – psicologa psicoterapeuta esperta criminologa, consulente per diverse Procure D’Italia ha trattato il caso Melania Rea e diversi cold case, referente dello sportello antiviolenza donne Ancona.

Unitamente ai legali, con la massima collaborazione con la Procura vogliono far luce su questo caso, trovare il responsabile e finalmente fare in modo che la famiglia abbia risposte.

Abbiamo rivolto alcune domande all’analista forense Luca Russo

L’analista forense Luca Russo

Quali saranno le primissime fasi ad apertura di questo incarico?

“Studiare il caso, leggere le carte, parlare con i legali e capire le dinamiche fino ad oggi ascoltate esclusivamente da programmi televisivi, giornali o internet”.

E poi?

“E poi unitamente alla collega Carlini vogliamo cercare di capire quali punti restano sospesi e dovranno essere approfonditi”.

Da quanto ha avuto modo di venire a conoscenza anche solamente dai canali mediatici, che idea si è fatto?

“Non voglio esprimermi in questa fase, potrei dare giudizi non coerenti quindi attendiamo di leggere e confrontarci con la famiglia e i legali”.

Margherita Carlini criminologa forense

Dottoressa Carlini, secondo Lei può essere suicidio da parte di un ragazzo apparentemente tranquillo e con un buon andamento scolastico?

“Mi unisco al collega Russo e attendo di conoscere nei dettagli il il caso. A breve rilasceremo le nostre considerazioni ma cosa più importante sarà stabilire alcune dinamiche tecniche e avere risposte agli accertamenti in corso. Naturalmente dovremo attendere la Procura, sicuramente ci rimettiamo al Procuratore e all’impegno che ha preso nell’andare a fondo”.

Dottor Russo, ci dica almeno se lei sarebbe in gradi di ricostruire alcuni eventi tecnici legati alla corrispondenza telefonica della giornata del 20 novembre 2015?

“Ripeto, non posso sbilanciarmi, non so ancora cosa è stato fatto. Sicuramente di elementi su cui lavorare ce ne sono tantissimi ma sono certo che, avendo a che fare con professionisti come la Procura di Ragusa e i Carabinieri  non saranno stati trascurati elementi di indagine già dalle prime fasi, spero anche se, alcune considerazioni le ho già dovute eccepire sulla base di un primo veloce colloquio con l’avvocato Romano, durante il quale ho fatto delle richieste specifiche alle quali non ho avuto soddisfacenti risposte. Ne parleremo a breve”.