Medici negano cesareo per non fare tardi, bimbo grave: sospese 3 dottoresse

Tre dottoresse dell’ospedale Santo Bambino di Catania sono state sospese dall’esercizio del pubblico ufficio di medico. Le tre dottoresse sono state interdette per 12 mesi, 6 mesi e 4 mesi, in applicazione dell’ordinanza emessa dalla Procura distrettuale. In seguito a una lunga attività investigativa infatti si è accertato che il 2 luglio 2015, quando una ragazza catanese di 26 anni stava per partorire, le dottoresse che avevano in cura la partoriente, per evitare di rimanere a lavorare oltre il proprio orario di lavoro, hanno optato di non procedere con un immediato intervento cesareo, nonostante i molteplici episodi di sofferenza fetale che il tracciato aveva evidenziato (ben cinque episodi di bradicardia in poco più di un’ora) e addirittura hanno somministrato alla paziente l’atropina (farmaco che non trova alcuna specifica indicazione in travaglio di parto essendo per contro controindicato in presenza di sofferenza fetale), simulando una regolarità del tracciato che in realtà non esisteva.

Le due dottoresse indagate hanno anche omesso sia di segnalare questi avvenimenti nella cartella clinica sia di informare i colleghi del turno successivo impedendo così a questi ultimi di avere immediatamente contezza dell’estrema gravità della situazione clinica. La terza dottoressa, pur non essendo a conoscenza degli avvenimenti precedenti, ha posto in essere, anche lei, una serie di condotte negligenti e imprudenti e imperite, come praticare per ben due volte la manovra di Kristeller (pratica bandita dalle linee guida) nonostante un tracciato non rassicurante e dall’altro non contattando in tempo il neonatologo, il quale arrivato quando il feto era già stato espulso dalla madre, ha effettuato il proprio intervento di rianimazione con gravissimo ritardo. Anche questa dottoressa ha tentato di occultare la propria condotta inserendo una serie di falsi nella cartella clinica della paziente.

A causa di questi comportamenti il bimbo che aveva un giro di cordone intorno al collo è venuto miracolosamente alla luce riportando però lesioni gravissime. Le indagini della Procura hanno permesso infine di accertare la circostanza secondo la quale all’Ospedale Santo Bambino le cartelle cliniche sovente vengono redatte successivamente rispetto all’insorgere dell’avvenimento clinicamente rilevante ciò a causa di una prassi instaurata dai sanitari e talvolta imposta anche alle ostetriche e finalizzata ad occultare le prove di eventuali responsabilità mediche.