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Licata, “cercarono di ucciderei vicini di casa”: sentenza rinviata per due fratelli

Prima li avrebbero minacciati per costringerli ad andare via dal terreno che avevano in affitto. Poi, in contrada Stretto alla periferia di Licata (Ag), i colpi di fucile per convincerli definitivamente. Sarebbe questo il movente del tentato duplice omicidio di cui sono accusati i fratelli Angelo e Vincenzo Amato, licatesi, finiti a processo, processo che dovevano concludersi questa mattina con la sentenza che però è stata rinviata al prossimo 10 ottobre per l’impedimento da parte di uno dei due imputati. I reati di cui devono rispondere i due fratelli sono di duplice tentato omicidio e porto abusivo di arma da fuoco. I fatti in questione risalgono a sei anni fa e le vittime dell’agguato,Calogero Truisi di 50 anni e il figlio Angelo di 27 anni furono bersaglio di colpi di fucile. I due scampati all’agguato avvertirono le forze dell’ordine che sul posto hanno trovato quattro cartucce esplose di un fucile calibro 12 e il furgone con i fori dei proiettili. I Truisi hanno raccontato del diverbio avuto la sera precedente con due fratelli.
La polizia e i carabinieri effettuarono una perquisizione nella loro casa di campagna trovando una pistola detenuta illegalmente ed una serie di elementi che hanno fatto sì che i due fossero fermati per duplice tentato omicidio e porto abusivo di arma. Le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore Santo Fornasier oggi in altra sede.

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