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“Caro Ahmed, caro Angelino” così si è aperto ad Agrigento il primo forum economico italo-libico

“Agrigento è stata scelta, come sede del primo forum economico italo-libico, al di là dello ‘ius soli’ mio personale, perché credo che la Città del Tempio della Concordia, la città della pace, la città che guarda direttamente a questo mare, la città che è il capoluogo della provincia di Lampedusa, deve essere la capitale del Mediterraneo sul tema della pace. Pace che non passa solo per il dialogo politico, ma anche per il dialogo economico”.
E al mare africano, alla suggestione delle ultime volontà di Pirandello che volle i suoi resti seppelliti in una “rozza pietra della campagna di Girgenti, dinanzi al mare africano”, ricorre e ricorda il ministro degli Esteri Angelino Alfano nell’aprire stamane il primo Forum economico italo-libico.
Alfano ha preso la parola nel salone del Dioscuri Bay Palace stracolmo di convenuti, dell’imprenditoria nazionale e dei rappresentanti del Consiglio di presidenza del governo di riconciliazione nazionale libico. Moderatore il nostro ambasciatore in Libia, Vincenzo De Luca.
Al tavolo della presidenza Ahmed Omar Maiteeg vice presidente del consiglio di Presidenza libico mentre in platea, tra gli altri, sedevano Licia Mattioli, vicepresidente di Confindustria, Riccardo Maria Monti, presidente Italferr, Giovanni Soccodato, direttore strategie Leonardo, Fabio De Serafini, general manager Africa-Medio oriente dell’Iveco industrial, Lapo Pistelli, direttore relazioni internazionali Eni, Stefano Cao, amministratore delegato Saipem, Hesham A. S. Abushkiwat, sottosegretario Ministero dei Trasporti, Federica Ribechi, presidente consorzio Pmc-Anas, Yousef Farag, direttore sezione bilancio ministero finanze, Antonio Montanari, vicepresidente Confindustria Assafrica e Mediterraneo.
Tutti nomi iscritti nel ricco carnet dell’incontro che chiuderà i lavori nel tardo pomeriggio dopo aver discusso le prospettive per gli investimenti internazionali in Libia, i problemi energetici e delle Reti, le infrastrutture e il quadro finanziario dei sistemi di pagamento e dei crediti. Questo è un ultimo e determinante aspetto dei rapporti italo-libici che vedono la presenza di Giuseppe Scognamiglio, executive vicepresidente regulatory affairs Unicredit.
“Ho voluto riferirmi al mare africano – ha sottolineato Alfano- perché è un mare che unisce e che la linea che ci ispira è quella che dove passano le merci non passano i soldati. Ma anche a conferma di quanto ogni agrigentino, e io lo sono, sia legato a quel mare, il Mediterraneo che ci accomuna con l’Africa e che ci unisce alla Libia.”
Gli altri temi toccati da Alfano vertono sui problemi e sulle necessità delle imprese italiane di tornare a investire in Libia.
“La conferma di questo ce la da la vostra numerosa presenza oggi, ieri abbiamo firmato una dichiarazione congiunta con il vice primo ministro Maiteeg e la dichiarazione di Agrigento è una cartina di tornasole per giudicare la nostra risolutezza per costruire un partenariato economico più solido e moderno. Nella dichiarazione di Agrigento c’è la fortissima volontà di dare slancio a settori strategici e mi riferisco a energia e idrocarburi, infrastrutture e trasporti, comunicazioni, settore bancario e finanziario. Su questi settori abbiamo strutturato oggi i tavoli di lavoro a favore degli imprenditori. Si guarda al futuro senza tralasciare il passato quindi confido che ad esempio si sviluppi una seria riflessione sui crediti vantati dalle imprese italiane anche per imprimere maggiore fiducia nel nuovo partenariato. Mi sembra naturale che i nostri rapporti economici siano rilanciati innanzitutto sul piano energetico. Al consiglio di sicurezza dell’Onu l’Italia ha sostenuto il principio che le risorse petrolifere appartengono a tutto il popolo libico e che devono essere sfruttate per il bene della popolazione. Va dato atto a Lapo Pistelli dell’Eni che è qui presente che è rimasto in Libia perfino nei momenti più difficili. In questo modo anche lei ha contribuito alla stabilità della Libia specie se si considera che il 70% della produzione giornaliera di gas alimenta il mercato domestico garantendo il funzionamento delle centrali elettriche. Il paese in ricostruzione sarà un paese che ha bisogno di elettricità, di quelle reti e interconnessioni elettriche che sono il motore di sviluppo del mediterraneo. Tante imprese italiane hanno posizioni di eccellenza in questo settore, ad esempio Tema in prima linea ,il cui amministratore Luigi Ferraris è presente tra noi. E poi le infrastrutture e sono molto felice che la nostra ambasciata con le autorità libiche si stia dando da fare per riattivare il trattato di amicizia. In particolare è stata attivata la commissione congiunta per le infrastrutture di base.”

Il salone dove si svolge il forum
Il tavolo della presidenza del forum
La delegazione del governo libico

E qui il ministro Alfano ha fatto riferimento all’autostrada costiera libica con il contributo fondamentale di Anas, oggi qui presente, insieme al ripristino dei collegamenti aerei diretti e annuncia che il terminal distrutto sarà ricostruito dall’Enea il cui contratto è stato stipulato mentre altre imprese lavorano per il ripristino di altri aeroporti. Anche il campo delle ferrovie viene menzionato da Alfano con il contributo di Italferr e quello delle telecomunicazioni con tutti i benefici della banda larga e del digitale. Infine oltre alla sicurezza viene citato il settore bancario e finanziario i cui rapporti devono essere rivitalizzati con lo sviluppo delle piccole e medie imprese.
“Il mio auspicio – conclude Alfano – è che si realizzino prestissimo le condizioni per l’impegno di Cassa depositi e prestiti per accompagnare il rientro delle imprese italiane desiderose di lavorare e investire nella Libia, siano esse grandi, medie e piccole, secondo logiche di mercato e sostenute da una diplomazia economica. Siamo pronti a sostenerlo. Dalla Farnesina e dall’ambasciata italiana in Libia che rappresenta il nostro partner privilegiato col quale vogliamo progettare un grande “hub” economico nel Mediterraneo”.

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