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Amministrative a Licata, Galanti: “voglio portare avanti la politica del fare e dell’armonia”

Siamo in piena campagna elettorale tra i Comuni chiamati  al voto il 10 giugno per scegliere il Sindaco e il consiglio comunale c’è Licata. Quattro i candidati: Annalisa Tardino, Annalisa Cianchetti, Pino Galanti e Gianluca Mantia.

Abbiamo incontrato il candidato Pino Galanti e gli abbiamo posto qualche domande per capire quali sono i programmi e gli obiettivi per Licata.

 -Come e perché si è arrivati alla sua candidatura?
La mia candidatura non nasce per caso. Già tre anni fa mi candidai per offrire a Licata un progetto di sviluppo e pacificazione politica. Ieri come oggi, il mio intento è quello di garantire la continuità amministrativa, che a Licata manca da troppo tempo, e lavorare per ripulire, riorganizzare e rilanciare il nostro territorio. In più rispetto a tre anni fa, il mio gruppo ha eletto Carmelo Pullara come deputato regionale. Insieme a lui, e con gli alleati della coalizione, intendo lavorare per risolvere le problematiche più gravi e pesanti che affliggono la città.
-Quali sono i suoi obiettivi per la città di Licata? Cosa farebbe tra le prime cose?
Il primo obiettivo è restituire pulizia, decoro urbano e servizi pubblici di qualità. Il raggiungimento di questo obiettivo è la premessa necessaria per rilanciare il turismo e l’accoglienza, campi in cui Licata grazie alle sue bellezze naturali ed eccellenze enogastronomiche, deve essere prima in provincia. Le altre priorità della mia agenda politica sono certamente: la ristrutturazione del debito dell’ente, la rescissione del contratto con la società che attualmente gestisce l’acquedotto, l’avvio della raccolta differenziata, e la promozione di una serie di progetti, sfruttando fondi europei e regionali, di sostegno all’agricoltura e alla pesca. Agricoltura e Pesca sono e devono rimanere i settori trainati della nostra economia.
Chi teme di più tra i suoi avversari?
Non temo nessuno dei miei avversari, pur rispettandoli tutti. Vivo la politica come un servizio e non come competizione. Quelli che oggi sono avversari, se domani dovessi essere Sindaco, sarebbero energie utili da convogliare nel progetto di cambiamento per il bene comune che porterò avanti. Voglio che i miei cittadini sappiano che con me finirà il periodo dello scontro e della spettacolarizzazione della politica e comincerà quello del “fare” e dell’armonia, anche con chi oggi non è con me.
-Licata, da anni vive il fenomeno dell’abusivismo, quale è il suo parere al riguardo? Ritengo che la legge vada sempre rispettata. Credo fermamente nel rispetto delle istituzioni e nell’ubbidienza al diritto. Credo, tuttavia, che la Politica non possa tirarsi indietro dal dare una lettura profonda sul tema abusivismo. Io credo che spesso a pagare siano gli “ultimi”, ovvero i cittadini che, negli anni hanno subito l’assenza delle istituzioni. La “prassi della sanatoria”, i vari condoni edilizi, emanati dal 1985 al 2003, e l’inadeguatezza della vigilanza sul territorio hanno “invogliato” i cittadini a trasgredire la legge. Di ciò si deve tenere conto. Io mi auguro, e, nel mio piccolo mi adopererò, perché il governo regionale si faccia promotore di un’azione legislativa che a dia a tutti i proprietari di immobili abusivi oltre i 150 metri la possibilità di adeguarsi a standard paesaggistico- ambientali rispettosi del decoro urbano e dell’ambiente, piuttosto che abbattere . Un’iniziativa del genere permettere di far ripartire, nel rispetto dell’ambiente, il settore edilizio, e, per altro verso, consentirebbe ai proprietari di conservare il frutto dei propri sacrifici.
-Perché i cittadini dovrebbe votare Pino Galanti?
I cittadini dovrebbero votarmi per lasciarsi alle spalle questo lungo periodo di discontinuità amministrativa, ed avere un sindaco che voglia amministrare per lasciare un segno indelebile di benessere per la sua città. Ho l’esperienza e una condizione personale tale da essere garanzia di pacificazione, partecipazione collettiva e buona amministrazione.
Non ho nessuna ambizione politica se non quella di essere ricordato da tutti come il “Sindaco” del fare, quello capace di portare la “Ragione” in “Comune”.