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Anno giudiziario Catania: disastroso e non dignitoso lo stato degli uffici

Anno Giudiziario Catania 2016

“Problemi logistici e una situazione disastrosa degli uffici giudiziari catanesi”: è un quadro ‘per nulla confortante’ quello emerso durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario di Catania. Nella relazione affidata quest’anno al presidente facente funzioni della Corte d’Appello, Carolina Tafuri – il neo presidente Giuseppe Meliadò appena nominato dal Csm non si è ancora insediato – si parla di “uffici insufficienti nelle strutture e dispersi sul territorio cittadino, con conseguenze pesantemente negative sul regolare e dignitoso esercizio della giurisdizione locale”.

Negli uffici, il presidente della corte d’Appello evidenzia come “la situazione risulti ancora più grave rispetto a quella prospettata negli anni precedenti, essendosi dovuto far fronte alle accresciute esigenze logistiche connesse all’accorpamento delle soppresse sezioni distaccate che, oltre a determinare la rimodulazione delle dimensioni del Tribunale, reclamano la necessità di individuare nuovi spazi e nuovi locali da destinare al personale di magistratura e a quello amministrativo in passato operanti presso quegli uffici periferici e, soprattutto, da adibire all’espletamento dell’assai accresciuto volume dell’attività giudiziaria. Il presidente del Tribunale si è visto di recente costretto a prospettare la riprogrammazione dei calendari d’udienza dei giudici civili, con un inevitabile allungamento dei tempi processuali”.

Insufficienze anche al Tribunale per i Minorenni e il Tribunale di Sorveglianza di Catania che hanno segnalato l’insufficienza e l’inadeguatezza dei rispettivi immobili, per di più distaccati in altre aree della città. Il primo lamenta l’evidente insufficienza dell’unica aula d’udienza disponibile e anche la necessità di disporre di spazi adeguati per l’ascolto protetto. A sua volta la Procura della Repubblica ha denunciato come la dislocazione dei propri uffici in ben 13 siti cittadini, la maggior parte dei quali di proprietà privata, sia fonte di enorme dispersione di energie umane e finanziarie, oltre ad avere riflessi in termini di sicurezza di persone ed impianti.

Aggiunge il presidente facente funzioni della Corte d’Appello, Carolina Tafuri: “Il cittadino extracomunitario può oggi ottenere la “protezione internazionale” mediante il riconoscimento dello status di rifugiato ovvero mediante lo status di protezione sussidiaria E’ stato definitivamente chiarito che per domanda di asilo deve intendersi non già un diritto autonomo e diverso da quelli di cui sopra, bensì “la domanda diretta ad ottenere lo status di rifugiato o lo status di protezione umanitaria”. Poi sottolinea forte aumento del carico di lavoro a causa dell’incremento degli sbarchi: “Più in particolare, lo status di rifugiato dà diritto ad ottenere un permesso di soggiorno di 5 anni rinnovabile previa verifica delle condizioni. Lo status di protezione sussidiaria da’ diritto ad ottenere un permesso di soggiorno di tre anni, anch’esso rinnovabile previa verifica delle condizioni. La produttività della prima sezione civile del Tribunale di Catania, cui è attribuita la materia, è stata al riguardo assai elevata, essendo stati definiti nel periodo di riferimento, con ordinanze (pienamente equiparabili all’impegno proprio di una sentenza), ben 452 procedimenti. Anche gli altri Tribunali del distretto fanno risaltare un notevole aumento del carico di lavoro a seguito dei noti fenomeni di sbarchi di extra-comunicati, che hanno interessato la nostra isola”.