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Blitz “Gotha 6”, Lo Forte: “Beppe Alfano vittima politica esterna dei clan” (video)

Uno dei delitti della guerra di mafia di Barcellona

Grazie alle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia e alle attività investigative di riscontro, particolarmente accurate e complesse, condotte nell’ambito dell’operazione “Gotha 6” che ha smantellato il clan di Barcellona Pozzo di Gotto, i carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Messina hanno individuato gli autori e ricostruito movente e modalità esecutive – talvolta estremamente feroci – di una serie impressionante di omicidi, rimasti finora irrisolti, che tratteggiano, con una lunga scia di sangue, un ventennio di storia della criminalità organizzata barcellonese e testimoniano le spietate logiche attuate per il ferreo controllo del territorio e per la risoluzione dei conflitti interni mediante l’eliminazione di sodali ritenuti scomodi o inaffidabili.
Tra i fatti di sangue, contestati nel provvedimento restrittivo, spicca il triplice omicidio di Sergio Raimondi, Giuseppe Martino e Giuseppe Geraci, avvenuto a Barcellona Pozzo di Gotto, il 4 giugno 1993. L’azione sarebbe stata organizzata per punire le tre vittime, che sarebbero state solite commettere furti in territorio di Barcellona senza l’autorizzazione della criminalità organizzata locale. Poi c’è l’omicidio di Domenico Pelleriti, ucciso a Terme Vigliatore, il 24 luglio 1993. L’uomo sarebbe stato sospettato di una serie di furti ai danni di un esercizio di vendita di ceramiche e pertanto Giuseppe Gullotti, al tempo al vertice dell’organizzazione barcellonese, cui si era rivolto il derubato, avrebbe deciso di punire il presunto autore con la morte.
Secondo la ricostruzione fornita dai collaboratori, la vittima avrebbe subito un violento interrogatorio per indurla a confessare il furto, al termine del quale Gullotti avrebbe concesso un’ultima sigaretta prima di dare il via libera all’esecuzione dell’omicidio. E c’è anche l’omicidio di Salvatore Da Campo, avvenuto a Terme Vigliatore, il 2 febbraio 1995, sospettato di avere fornito ai Carabinieri indicazioni sul nascondiglio di Antonino Calderone, all’epoca ricercato.
La mafia di Barcellona Pozzo di Gotto svolgeva anche “una politica di relazioni esterne che si manifestava pure attraverso gli omicidi eccellenti. Le pagine di questa indagine, così, refluiscono in quella relativa a uno dei delitti eccellenti più gravi della provincia di Messina, che è l’omicidio del giornalista Beppe Alfano”.
Lo ha detto il procuratore di Messina Guido Lo Forte, commentando l’operazione “Gotha 6”.
Tra i destinatari del provvedimento Giuseppe Gullotti, condannato con l’accusa di essere stato il mandante dell’omicidio del cronista del quotidiano ‘La Sicilia’ ucciso l’8 gennaio 1993 a Barcellona Pozzo di Gotto.