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Busta con proiettile al presidente Antimafia Sicilia Fava: “Il lavoro andrà avanti”

Stamani e’ stata recapitata al presidente della commissione antimafia regionale, Claudio Fava, una busta contenente un proiettile calibro 7,65.

La Digos ha gia’ provveduto al sequestro e ad avviato le indagini.

“Non ho dichiarazioni in merito, sicuramente il nostro lavoro andra’ avanti”, si limita a dire Fava, impegnato in istruttorie aperte dalla commissione, tra le piu’ attive in Parlamento.
Tre i fronti piu’ caldi: l’influenza del cosiddetto ‘sistema Montante’ (dall’ex presidente di Sicindustria arrestato per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione) sulle scelte compiute dall’ex governo di Rosario Crocetta; il depistaggio nella strage di via d’Amelio dove furono assassinati il magistrato Paolo Borsellino e gli agenti della scorta; le infiltrazioni mafiose nel mercato ortofrutticolo a Vittoria (Rg), tra i piu’ grandi del Mezzogiorno. Da mesi la commissione sta ascoltando in audizione tanti testimoni, con un programma fitto che ha portato i commissari dell’Antimafia, in qualche occasione, in trasferta.

Nelle ultime ore Fava si e’ ritrovato al centro della ribalta per avere proposto la legge che obbliga i componenti del governo, i deputati regionali, i sindaci e i consiglieri comunali a dichiarare l’eventuale appartenenza alla massoneria. Il testo e’ stato approvato dall’Assemblea (39 favorevoli) in una clima non proprio idilliaco, con 29 onorevoli su 70 che non hanno votato; il provvedimento non e’ piaciuto al Grande Oriente d’Italia che ha rilanciato i dubbi di costituzionalita’ della norma espressi ai parlamentari scettici e ha deciso di aprire, sabato prossimo, il “tempio” di Palermo a chiunque voglia visitarlo.

Ai Tanti attestati di solidarieta’ dal Presidente Musumeci a Gianfranco Miccichè, dal Pd al M5s, dal movimento ‘Diventera’Bellissima’ ai sindacati, dall’Arci al centro ‘Pio La Torre’, dalla Federazione nazionale della Stampa, all’ex presidente della Camera Laura Boldrini, Fava sulla sua pagina Facebook scrive così: “”Ho letto, e vi ringrazio.
La pallottola è una, le voci (vostre) sono tante. E dicono una cosa semplice ed autentica: c’è una Sicilia, c’è un’Italia, che non vogliono volgere altrove lo sguardo. Che le cose cupe e dure di questi anni hanno scelto di guardarle in faccia, ciascuno facendo il proprio mestiere mi sembra una buona notizia, alla faccia di chi preferisce mandare a dire nascosto e di nascosto, con letterine e proiettili. La risposta, a lui e agli altri, è sempre la stessa da trentacinque anni: noi andiamo avanti”.