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Ciancimino: “Dopo Lima dovevano morire altri uomini politici e magistrati”

Nel 1992 l’ex sindaco mafioso di Palermo Vito Ciancimino incontrò in uno studio dentistico di Palermo l’allora  boss latitante Bernardo Provenzano. “Mio padre mi raccontò che Provenzano era molto preoccupato, gli disse che Riina era impazzito perché considerava l’omicidio di Salvo Lima ‘solo l’inizio’, ora si fa sul serio, non si scherza più’. E aveva fatto un lungo elenco di politici, tra cui Vizzini, e di magistrati che dovevano morire”. Lo ha detto Massimo Ciancimino, proseguendo la sua deposizione al processo Stato-mafia a Palermo. “Papà mi disse ancora che Riina aveva deciso di fare tagliare i ‘rami secchi’, per una nuova politica. Percepì in Provenzano la paura di questa escalation di violenza e disse che Riina era stato il più grosso danno per Cosa nostra perché provocò le leggi più dure”. “Mio padre considerava Riina aggressivo, un animale. Era preoccupato anche perché Provenzano si voleva defilare”.