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Comune contro gioco d’azzardo, piaga sociale da contrastare

Contrastare il gioco d’azzardo anche disincentivando l’installazione di apparecchiature nei locali pubblici. E’ la proposta lanciata dall’assessore del Comune di Messina Daniele Ialacqua, che ha promosso per lunedì prossimo, alle 17 nella sede del suo assessorato, un incontro per concordare “iniziative di informazione e formazione per contribuire a sensibilizzare l’opinione pubblica sulle gravi conseguenze sanitarie, sociali ed economiche del gioco d’azzardo”. Al confronto sono invitati a partecipare, oltre ai componenti della Giunta comunale, l’Azienda sanitaria provinciale, la Questura e il gruppo messinese della campagna “Mettiamoci in gioco”. “Il Comune – sostiene l’assessore Ialacqua – può e deve fare la sua parte contro questa vera e propria piaga sociale. Oltre a contribuire alle campagne già in corso, come Mettiamoci in gioco, e a relazionarsi con il mondo della scuola, è necessario prevedere strumenti utili per disincentivare l’installazione di apparecchiature di gioco nei locali pubblici”. Come? “Attraverso l’uso della leva fiscale, aumentando i tributi locali per le attività commerciali che detengono apparecchiature gioco o lo sgravio a favore degli esercizi commerciali che le dismettono”. Oppure ancora con “la riduzione delle sedi da gioco nel territorio e la revisione della loro collocazione, allontanandole da siti sensibili come le scuole e le sedi d’incontro dei giovani”.

Secondo alcune ricerche i giocatori patologici in Sicilia sono circa 85.000 e le famiglie siciliane spendono il 6,5 per cento del loro reddito annuale nel gioco d’azzardo. In provincia di Catania si calcola che il 60 per cento dei giovani nella fascia 15-20 anni possano definirsi giocatori d’azzardo. Messina non è immune da tale fenomeno e anzi, secondo dati del 2015, risulterebbero attive in città 3196 apparecchiature per il gioco ed è crescente il numero di cittadini affetti dal Gap (gioco d’azzardo patologico) o a rischio, mentre sono sempre più numerose le inchieste sul gioco d’azzardo in città, come la recente ‘Totem’, dalla quale emerge la pericolosità delle infiltrazioni mafiose e criminali sul gioco d’azzardo. Negli atti delle indagini si legge tra l’altro che: ”… è emerso come alcuni appartenenti al sodalizio, servendosi di un network di imprese apparentemente legali ma sprovviste dei requisiti prescritti per operare nel mercato dei giochi on line, procedessero alla raccolta delle puntate e al pagamento in contanti delle vincite ai clienti, utilizzando server dislocati al di fuori dei confini nazionali. Nel medesimo ambito, l’organizzazione criminale provvedeva a investire  nuovamente parte degli introiti nell’acquisto di videopoker, totem e slot-machine, che venivano a loro volta modificati mediante l’installazione di software illegali”.