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Demanio marittimo, Savarino: “ereditati ammanchi per centinaia di milioni di euro di canoni non riscossi”

“Il demanio marittimo deve essere occasione di sviluppo per la Sicilia, inammissibile questa situazione di stallo che si è creata.” Cosi l’On. Giusi Savarino  presidente della IV Commissione Territorio Ambiente e Mobilità durante l’audizione congiunta con la III Commissione attività produttive, avente ad oggetto le concessioni demaniali marittime e l’applicazione della direttiva Bolkestein.  “Serve un quadro normativo chiaro e procedure snelle per l’adozione dei PUDM. Innanzitutto va eliminato l’equivoco sull’applicabilità al settore della Bolkestein” – prosegue la presidente Savarino- “in verità gli stabilimenti balneari  non  svolgono un servizio pubblico, ma bensì un servizio privato su un bene pubblico e pertanto dovrebbero essere esonerati dall’applicazione della direttiva. Ma è indubbio che alcuni principi comunitari dovranno essere recepiti nella normativa, quali trasparenza, pubblicità, pluralismo e libera concorrenza.” “È nostro obiettivo quello di garantire la trasparenza ed il pluralismo nell’affidamento delle concessioni, evitando il crearsi o il perpetuarsi di qualsiasi forma di monopolio. Meglio dare più concessioni da massimo 3000 mq a più soggetti che intere spiagge ad un solo che poi le sub concede ad altri. La libera concorrenza migliora i servizi. Il nostro lavoro continuerà nelle prossime settimane occupandoci specificamente anche dei porti”, ha concluso la Savarino.

Le fanno eco le parole del presidente Ragusa che ha dichiarato: “Saremo a fianco delle imprese che vogliono investire, aprendo a tutti e facendo delle nostre spiagge volano di sviluppo e lavoro”.

 
Al termine della commissione congiunta, i Presidenti On. Savarino e On. Ragusa si dichiarano soddisfatti per il lavoro svolto e assumono degli impegni. “Abbiamo deciso di portare in aula una mozione che impegni il Governo Nazionale a varare  una celere riforma della normativa sul demanio, tenendo conto delle nostre indicazioni e delle sollecitazioni venute dal settore, oltre 3000 aziende siciliane. Contemporaneamente lavoreremo per modificare la nostra normativa regionale e snellire le procedure”.Nel corso dell’audizione  e’ anche emerso l’ipotesi di ammanchi nell’ultimo quinquennio che ammonterebbero a centinaia di milioni di euro frutto di canoni non riscossi. “Abbiamo chiesto un report sui canoni inevasi. Incalzeremo gli uffici  competenti  affinché’ si attivino ad incassare e recuperare celermente  queste somme che costituirebbero un grave danno per una regione in crisi economica come la nostra.”