Discarica abusiva: assolto Luigi Gaglio, dirigente Utc Porto Empedocle

Innanzi al Tribunale di Agrigento, si è concluso il procedimento penale a carico dell’ing. Luigi Gaglio, dirigente dell’Ufficio tecnico del Comune di Porto Empedocle, che lo vedeva imputato, unitamente al responsabile del Settore Ecologia, Sergio Riguccio e ai soci della ditta Milioti S.n.c., che si occupa di movimento terra, per il reato di discarica abusiva.
Il procedimento penale, era scaturito da un esposto del titolare della ditta Scire Scapuzzo, concorrente della ditta Milioti, con la quale si assumeva che il dirigente dell’Ufficio tecnico aveva favorito i Milioti consentendogli di riversare rifiuti e materiale di risulta nell’area comunale destinata alla raccolta di rifiuti solidi ingombranti.
Dall’esposto, che il 30 ottobre 2009 aveva condotto al sequestro dell’aerea sita in Contrada Ciuccafa ad opera degli agenti del Commissariato di Porto Empedocle e dei dipendenti dell’Arpa, è scaturita l’accusa a carico del dirigente dell’Utc, di avere istituito e gestito, unitamente al responsabile del settore ecologia e ai soci della ditta Milioti, una discarica abusiva a cielo aperto, destinata all’abbandono anche di rifiuti speciali pericolosi.
Al termine del processo, durato quattro anni, il Pm. aveva chiesto la condanna di tutti gli imputati, rispettivamente difesi dagli avvocati Angelo Farruggia, per l’ing. Gaglio, Giuseppe Scozzari per i Milioti e Scarlata per Sergio Riguccio, alla pena di mesi otto di arresto ed € 9.000,00 di ammenda.
Il Tribunale di Agrigento, in composizione monocratica, in persona del Giudice Vincenzo Ricotta, accogliendo le istanze dei legali, ha invece assolto tutti gli imputati perché il fatto non sussiste.
In particolare, la difesa dell’ing. Gaglio, attraverso un ampia produzione documentale e l’esame dibattimentale di diversi testi, ivi compreso l’allora sindaco Calogero Firetto, ha provato che l’area oggetto di sequestro era di fatto destinata, nell’ambito della più ampio progetto di contrasto all’abbandono incontrollato di rifiuti nel territorio comunale, alla raccolta momentanea di rifiuti solidi ingombranti, di fatto poi smaltiti, come per legge, dall’Ato Gesa attraverso ditte specializzate. La presenza di una grossa quantità di rifiuti al momento del sequestro era legata ad una serie di disfunzioni amministrative e carenze di risorse, di certo non imputabili al dirigente.