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Dà fuoco a compagna: legale Carla, sua identità cancellata

“In questo processo c’e’ anche un reato consumato, quello dell’omicidio di identita’: l’imputato voleva cancellare l’identita’ di Carla Caiazzo e c’e’ riuscito”. Lo ha detto l’avvocato Maurizio Zuccaro, legale di Carla Ilenia Caiazzo, la donna di 38 anni che lo scorso primo febbraio ha rischiato la vita dopo essere stata data alle fiamme dall’ex compagno Paolo Pietropaolo, sotto processo Napoli, con l’accusa di tentativo di omicidio premeditato, stalking e procurato parto anticipato. “Non riavra’ mai piu’ il suo viso, non sara’ piu’ la stessa sia fisicamente che psicologicamente, voleva cancellarla e c’e’ riuscito”, ha ribadito l’avvocato. “Il legislatore dovrebbe considerare l’introduzione di questo tipo di reato – ha aggiunto l’avvocato – perche’ dal 2012 ad oggi ci sono stati piu’ femminicidi che omicidi di mafia”. Il legale di Carla Caiazzo ha anche ripercorso, parlando con i giornalisti, le vicissitudini che hanno visto protagonista la sua cliente: “Le ha fatto 1700 telefonate, dal luglio 2015 a gennaio 2016 – ha ricordato Zuccaro – a cui si devono aggiungere un numero almeno quadruplo di messaggi”. L’avvocato ha definito “vergognosa” la lettera che Pietropaolo ha letto in aula, “con la quale l’imputato ha rivolto anche gravi dichiarazioni contro il padre di Carla”. Infine ha ripercorso la relazione sentimentale “ad intermittenza” di Carla e Paolo, ricordando il momento che ha segnato definitivamente la fine del loro rapporto: “Carla ha chiuso la relazione ad agosto, quando era gia’ incinta, a distanza di un mese dall’inseminazione, perche’ fortemente in disaccordo con il suo stile di vita sregolato: da allora l’imputato non si e’ fatto mai vedere, solo telefonate di minacce e poi a febbraio il tentativo di omicidio, quando si e’ reso conto che ormai per lui non c’erano piu’ speranze di riappacificazione”.