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Getto’ figlio nel cassonetto, Corte riascoltera’ periti

Nuove audizioni in aula per i medici che si occuparono del caso di Valentina Pilato, la mamma quarantenne – assolta in primo grado, perche’ ritenuta incapace di intendere e di volere – che getto’ in un cassonetto, a Palermo, il neonato che aveva appena partorito: il bimbo mori’ prima che arrivassero i soccorsi chiamati da alcune persone allertate da un senzatetto, intento a rovistare tra i rifiuti. A decidere la riapertura dell’istruzione dibattimentale e’ stata la seconda sezione della Corte d’assise d’appello, che non ha emesso la sentenza ma ha deciso di “rivisitare” il percorso seguito dai medici che avevano parlato di “sdoppiamento psicotico” dell’imputata, ritenendola non capace al momento in cui avvenne il fatto, il 24 novembre 2014. La donna si sarebbe sbarazzata del bimbo che, all’insaputa del marito e degli altri familiari, aveva portato in grembo per nove mesi e che aveva appena partorito da sola, in casa: lo lascio’ in via Di Giorgi, nel centro del capoluogo siciliano, e poi fu scoperta perche’, in preda a un’emorragia, fu costretta a farsi visitare e ricoverare in ospedale.