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Imbrattano muro, figli di un sindaco sorpresi da vigili

“Favorite nome e cognome”. La richiesta e’ arrivata, secca e inesorabile, ai due ragazzi che la pattuglia in borghese dei vigili urbani di Forli’ aveva appena trovato a sporcare con delle bombolette spray il muro di un giardino pubblico gia’, peraltro, ricoperto di altre scritte. E quando i due hanno snocciolato, con evidente ritrosia e imbarazzo, le loro generalita’ agli agenti sono state subito chiare due cose. Primo: erano due fratelli minorenni. Secondo: la cosa non sarebbe finita li’. E tutto per quel cognome: Drei. Lo stesso del sindaco della citta’. Infatti i due giovani imbrattatori sono proprio i figli di Davide Drei, primo cittadino di Forli’. Ironia della sorte, recentemente la Giunta comunale forlivese aveva varato, dandole adeguato risalto, l’istituzione di un’apposita pattuglia della polizia municipale con l’obiettivo, mimetizzandosi fra i passanti, di dare la caccia a chi sporca la citta’ con scritte e disegni. Una mini task force antidegrado impegnata a sorvegliare i luoghi – e fra questi il giardino pubblico ‘Ariella Farneti’ situato fra centro storico e prima periferia della citta’ – preferiti dai ‘writers’ per tracciare le loro scritte variopinte, dove spesso la politica si mischia allo sport e l’amore al sesso. Un’attivita’ di prevenzione in cui, pero’, mai avrebbero pensato di imbattersi nei due eredi, 13 e 15 anni, del sindaco, nei panni dei colpevoli. Un caso, vista la verdissima eta’ dei due ragazzi, delicato: il 13enne, infatti, non e’ imputabile. L’eta’ del piu’ piccolo dei due e’ stata precisata nel pomeriggio dopo che, in mattinata, la notizia, in cui si parlava di due giovani di 15 e 17 anni, e’ stata rilanciata da diversi siti online e dai mezzi di informazione. La vicenda ora emersa e’ in realta’ di qualche giorno fa, e non la si e’ appresa subito perche’ visto l’imbarazzo generale, si e’ cercato di non fare filtrare la notizia, ma la vicenda e’ arrivata alle orecchie del quotidiano ‘La Voce di Romagna’ che, fatte le verifiche del caso, ha ‘sparato’ lo scoop in prima pagina. Naturalmente tutto cio’ non tocca nella maniera piu’ assoluta l’attivita’ amministrativa del sindaco e della sua Giunta, ma e’ facile immaginare l’amarezza per questo colpo basso arrivato per mano (e bomboletta) dei suoi ragazzi. Altrettanto facile prevedere il disappunto con cui il primo cittadino dovrebbe avere affrontato i due ‘amanuensi’ per la piu’ classica delle ramanzine. Ma, come avevano previsto i vigili urbani, la vicenda non e’ finita li’: pur avendo il sapore della ragazzata, quanto attribuito ai due e’ un reato vero e proprio sebbene molto modesto. Da qui la segnalazione alla sezione minori della Procura della Repubblica di Bologna. E sulla vicenda non sono mancati naturalmente i commenti della politica. Dal fronte del Movimento 5 Stelle forlivesi i consiglieri comunali, Daniele Vergini e Simone Benini ricordano, “senza voler speculare piu’ di tanto su questo episodio, comunque increscioso”, che il movimento “si era occupato gia’ da tempo di questo problema”, ossia delle scritte sui muri, e osservano come “le motivazioni che portano i giovani ad imbrattare i muri con frasi ‘anti-sistema’, abbiano probabilmente un’origine complessa e derivante da numerosi fattori sociali fra i quali a nostro parere c’e’ sicuramente la mancanza di fiducia nelle istituzioni”. “Noi – scrivono invece i Verdi locali in una nota attaccando la politica antidegrado voluta, a loro dire dalla vicesindaco di Forli’ – difendiamo quei due ragazzi: avranno fatto delle brutte scritte o magari dei meravigliosi disegni, ma deve capire l’Amministrazione che interpretano una esigenza di libera espressione che non puo’ essere repressa con metodi polizieschi e, ora, con la gogna mediatica perche’ sono figli di”.