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Licata, A Testa alta: “Aumento di decessi per tumore a Licata. Solo percezione o realtà?”

A testa alta, con una nota inviata nei giorni scorsi all’assessore della salute, Baldassarre Gucciardi, torna a richiamare l’attenzione sulla mancanza, nell’Atlante sanitario della Sicilia, dei dati di incidenza oncologica relativi alla provincia di Agrigento.
Dalla stessa prefazione dell’Atlante risulta che «di fatto alcune province, come Enna ed Agrigento, non hanno ancora prodotto i loro dati di incidenza», per cui la percentuale di copertura dello studio epidemiologico pubblicato dalla Regione, rispetto al territorio siciliano, scende all’87,6%.
L’Atlante è stato reso disponibile ai cittadini e agli operatori del settore che possono consultarlo sul sito dell’assessorato della Salute, sezione dipartimento attività sanitarie e osservatorio epidemiologico, e dovrebbe rappresentare – secondo le intenzioni dell’assessorato – uno «strumento idoneo a garantire un monitoraggio dello stato di salute dei cittadini siciliani».
E invece, in questo Atlante, non c’è traccia del tasso d’incidenza oncologica relativo alla provincia di Agrigento. E così, per l’ASP 1, che comprende i distretti di Agrigento, Bivona, Canicattì, Casteltermini, Licata, Ribera e Sciacca non è dato sapere, per i principali tumori contemplati nelle varie schede, il rischio (0-74 anni), i tassi d’incidenza standardizzati per età sulla popolazione europea (ASR EU), gli intervalli di confidenza, che dovrebbero indicare la variazione subita dai parametri, né i casi prevalenti entro cinque anni dalla diagnosi.
Così come nelle tabelle e nei grafici dell’Atlante, suddivisi per tumore, sesso ed età, non c’è nulla che riguardi l’incidenza nei comuni della provincia di Agrigento.
Il tasso d’incidenza, notoriamente, è l’indicatore epidemiologico che più di ogni altro è in grado di misurare il rischio oncologico di un territorio, descrivendo il suo modificarsi nel tempo, poiché i relativi dati non sono influenzati – a differenza di quelli sulla mortalità – dalla successiva presa in carico dei pazienti, dai percorsi sanitari intrapresi dopo la diagnosi e dalla qualità delle prestazioni erogate. Da qui l’importanza di conoscere quei dati, soprattutto perché esiste una percezione, a livello locale, di un consistete aumento di decessi per patologie tumorali a Licata che hanno coinvolto persone ancora giovani. Che si possa morire a Licata anche per inquinamento ambientale?
Un “cruccio” che A testa alta si trascina da più di un anno, da quando, anche a seguito della “riapertura” delle indagini riguardanti la presunta presenza di rifiuti tossici e radioattivi nell’ex miniera di “Passarello”, chiese all’allora assessore Lucia Borsellino di conoscere le ragioni della mancata produzione da parte dell’ASP di Agrigento dei dati di incidenza tumorale e le iniziative adottate dal suo assessorato al fine di garantire la completa copertura del territorio regionale e l’adempimento da parte delle aziende sanitarie provinciali delle prescrizioni stabilite dall’art. 27 della Legge Regionale n. 5/2009. La Borsellino non rispose.
Si spera che il suo successore tenga fede alle intenzioni del governo regionale di garantire un monitoraggio dello stato di salute dei “cittadini siciliani”. Tutti, e non solo di quelli che hanno la “fortuna” di non risiedere qui, in provincia di Agrigento.