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Licata, A testa alta: “Porto turistico, inammissibile rimpallo di competenze”

«Sul porto turistico di Licata, il rimpallo di competenze tra Ministero dell’Ambiente e Regione Sicilia, e addirittura tra dipartimenti dello stesso Assessorato regionale Territorio e Ambiente, deve finire e vanno date al più presto certezze e risposte adeguate ai cittadini»; ad affermarlo, cercando di scardinare quella che ritiene una «inammissibile situazione di immobilismo procedurale e impasse burocratico amministrativo», è “A testa alta” che, sulla questione porto turistico ha deciso di attivare anche gli uffici del Ministero dell’Ambiente per tentare di chiarire definitivamente competenze e responsabilità e sollecitare un intervento risolutore.

Ma procediamo con ordine. Alla richiesta dell’associazione licatese, diretta a conoscere se le prescrizioni imposte con il decreto di valutazione d’impatto ambientale siano state o meno sottoposte a verifica di ottemperanza, il Ministero, alla fine del 2014, avvia una sorta di “indagine conoscitiva” a carico della Regione Sicilia, invitandola a fornire “elementi informativi” in merito alla «grave situazione di inquinamento ambientale» segnalata da A testa alta e sullo stato di avanzamento delle verifiche di ottemperanza degli obblighi imposti alla società in sede di approvazione del progetto.

Chiaro il Ministero dell’Ambiente nella nota diretta alla Regione e inviata, per conoscenza, all’associazione A testa alta, alla Procura della Repubblica di Agrigento e al NOE dei Carabinieri di Palermo: la Regione Sicilia, in forza del decreto VIA, avrebbe dovuto assicurare «un generale compito di controllo» e di «coordinamento delle necessarie attività da porre in essere a cura del proponente (Iniziative Immobiliari, n.d.r.) ai fini della verifica di ottemperanza delle prescrizioni impartite».

Dopo diversi solleciti da parte di “A testa alta”, a dicembre 2015, arriva la risposta del Servizio 5 Demanio Marittimo della Regione: a dover fornire le “notizie” richieste dal Ministero dell’Ambiente è il Servizio 1 VAS/VIA, trattandosi di procedimento di valutazione ambientale.

Ma non è finita qui, visto che il Servizio 1 VAS/VIA, per tutta risposta, fa sapere al Servizio 5 che, al fine di «verificare l’ottemperanza delle prescrizioni impartite dal Ministero», deve prima «conoscere se i lavori inerenti la realizzazione della struttura portuale sono stati conclusi e, in caso contrario, lo stato attuale delle opere sino ad oggi realizzate».

Un “colpo di scena” sufficiente a far sobbalzare quei “rompiscatole” di A testa alta: «Com’è possibile che a distanza di 11 anni dall’emissione del decreto VIA si parli ancora di verifiche sull’osservanza delle condizioni e delle prescrizioni imposte all’impresa?». L’associazione licatese non ha idea del perché di questo ritardo e vuole vederci chiaro: «il Ministero dell’Ambiente è a conoscenza di tutti i manufatti via via realizzati nell’ex spiaggia di “Giummarella”, compresi il centro commerciale, le lussuose ville sorte a ridosso del fiume Salso, i locali commerciali, i parcheggi e altre opere approvate in conferenze di servizi indette dal Comune di Licata?».

La domanda è legittima e la risposta è dovuta.