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Mafia, Alfano: “Oltre scioglimento dei comuni l’ipotesi ‘tutor’ “

Il ministro dell’Interno relaziona alla commissione parlamentare Antimafia sul tema dei commissariamenti degli enti locali: “dal mio insediamento 25 comuni sciolti, in corso 17 commissariamenti”.

La norma attuale per lo scioglimento dei comuni per infiltrazioni mafiose non contempla soluzioni meno traumatiche, ma non meno efficaci, per riportare l’amministrazione sui binari di una maggiore correttezza legalitaria“. Così si è espresso il ministro dell’Interno Angelino Alfano, in audizione ieri pomeriggio alla commissione parlamentare Antimafia evidenziandone “la principale carenza ordinamentale che sembra mostrare. Un vuoto legislativo – ha continuato il ministro – che non può essere colmato efficacemente da interventi di sola supplenza amministrativa“.

Si fa strada da tempo l’idea – ha riferito – che in sostituzione di sanzioni afflittive, si possano proficuamente applicare misure di carattere terapeutico, chiamiamole così, che non comportino l’interruzione delle attività da parte degli organi ordinari, né il loro allontanamento definitivo, ma il loro affiancamento con un intervento mirato di commissari ad acta e tutor”.

Alfano ha ricordato che “anche per il comune di Roma Capitale, prima che intervenisse lo scioglimento ordinario, erano state definite delle misure di monitoraggio che avrebbero portato il prefetto di Roma ad esercitare forme di verifica dell’attività di risanamento dell’ente. Si era determinato quindi un processo di ripristino della legalità dell’attività amministrativa all’interno del quale il ruolo del prefetto era di sostegno collaborativo“.

Questo percorso di ristabilimento – ha continuato il titolare del Viminale – che già in passato era stato applicato per le amministrazioni locali, trova fondamento non nel 143 del Testo unico sugli enti locali ma nei principi generali che regolano la cooperazione istituzionale“.