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Mafia, anniversario omicidio dei poliziotti Cassarà e Antiochia

Antonino Cassara’ e Roberto Antiochia, i due poliziotti uccisi il 6 agosto 1985 dalla Mafia, ma anche il magistrato Gaetano Costa ucciso 36 anni fa perche’ aveva intuito i traffici finanziari della Mafia, sono stati ricordati oggi a Palermo. Antonino Cassara’ era, invece un funzionario di Polizia impegnato in prima linea nella lotta alla Mafia siciliana come vice dirigente della Squadra mobile palermitana. Roberto Antiochia era un giovane agente che per due anni aveva svolto servizio alla catturandi di Beppe Montana. Trasferito a Roma Antiochia torna a Palermo per i funerali di Montana. Arrivato in citta’, si ricostruisce sul sito della Polizia di Stato, l’agente decide pero’ di restare: l’atmosfera era terribile tutti i poliziotti della questura si sentivano nel mirino delle cosche; sebbene fosse ufficialmente in ferie inizia a lavorare alle indagini sulla morte del suo ex capo e fa la scorta ai piu’ minacciati; tra questi il vice capo della Mobile Antonino Cassara’ che aveva collaborato attivamente con il giudice Giovanni Falcone per l’istruzione del primo maxiprocesso ai mafiosi che sarebbe iniziato da li’ a pochi mesi. Insieme ad un altro agente, Natale Mondo, il 6 agosto alle 15,20 Antiochia riaccompagna a casa, in via della Croce Rossa a Palermo, Cassara’; ma entrambi vengono falciati da raffiche di kalashnikov sparate da nove uomini appostati in un palazzo di fronte. Vennero sparati quasi 200 colpi su Cassara’ e Antiochia. Il terzo agente, Natale Mondo, si salvo’ gettandosi sotto l’Alfetta di servizio ma tre anni dopo Cosa Nostra lo freddo’ davanti al negozio della moglie. Il questore di Palermo Guido Longo e le altre autorita’ civili e militari hanno partecipato ad una messa di commemorazione all’interno della caserma “Pietro Lungaro” e, sul luogo dell’attentato, sono stati deposti dei fiori dopo alcuni istanti di raccoglimento. Una cerimonia, presente il sindaco Leoluca Orlando, ha ricordato il magistrato Costa: “una delle vittime di un tempo nel quale la Mafia aveva il volto dello Stato”, ha detto Orlando. Un ricordo di Costa e’ arrivato anche dal presidente del Senato Pietro Grasso che parlando dell’allora procuratore capo di Palermo ha detto:” un uomo appassionato e profondamente dedito al proprio lavoro”.”Costa aveva capito che la Mafia stava cambiando pelle e diventando sempre piu’ violenta, e che aveva alzato il tiro colpendo uomini delle forze dell’ordine e delle istituzioni. Per questo i clan lo uccisero mentre passeggiava tra le bancarelle di libri in Via Cavour”, conclude Grasso.