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Mafia, “donna-boss decise successione al vertice del clan”

“Una figura cardine dell’indagine e’ quella di Giovanni Niosi. Questa persona e’ stata scelta da Mariangela Di Trapani nel mese di agosto 2015. La Di Trapani era la reggente del mandamento mafioso di Resuttana”. Lo ha sottolineato il procuratore capo di Palermo, Francesco Lo Voi, durante la conferenza stampa dell’operazione ‘Talea’ che ha portato all’arresto di 25 esponenti mafiosi dei mandamenti Resuttana e San Lorenzo, facendo riferimento al ruolo svolto da Mariangela Di Trapani, moglie dell’ergastolano Salvatore Madonia, detto Salvino. “Ci sono stati dei problemi con Niosi, che dopo tre mesi e’ stato destituito – ha aggiunto Lo Voi -. Numerose le lamentele di personaggi come Sergio Macaluso e Pietro Salsiera che hanno ritenuto Niosi inadeguato e in malafede. Niosi e’ stato accusato di patteggiamento durante il processo scaturito dall’operazione ‘Addio pizzo’. Questa decisione e’ vista dagli esponenti del mandamento come un scelta che violava i ‘pilastri del galateo mafioso’. A Niosi sono state contestate delle mancanze anche nei confronti delle famiglie dei detenuti e in particolare il mancato sostentamento economico di Tommaso Contino. A lamentarsi e’ stato proprio il figlio del boss detenuto. In tale contesto, Sergio Macaluso, che in passato aveva gia’ consegnato somme di denaro destinate esplicitamente al mantenimento del Contino, tratteneva in una circostanza parte del denaro proveniente dall’attivita’ estorsiva, rifiutandosi di consegnarla a Niosi. Macaluso temeva che Niosi si appropriasse del denaro e non lo desse a Contino, come era gia’ avvenuto. A Niosi gli altri affiliati contestano anche il fatto di tenere allo scuro gli altri delle entrate provenienti dalle estorsioni. Molti si sono anche lamentati che era difficile ormai ‘portare avanti 5 barche’, cioe’ cinque famiglie mafiose, il territorio e’ considerato troppo vasto ed e’ difficile da gestire. Giovanni Niosi e’ stato destituito dopo 3 mesi e sostituito da una triade composta da Salsiera, Napolitano e Macaluso”.