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Mafia: pizzo droga e inchini, manette al “top dei top”

Estorsioni, droga e inchini. Quattordici gli arresti dei carabinieri che hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custoda cautelare in carcere emessa dal Gip di Catania su richiesta della Direzione distrettuale antimafia. Colpito il clan Assinnata di Paterno’, affiliato alla cosca catanese Santapaola. Tra gli arrestati il boss Salvatore Assinnata, 44 anni, gia’ detenuto, padre del ragazzo al quale il 3 dicembre scorso, durante i festeggiamenti di Santa Barbara, alcuni portatori dei cerei votivi fecero “l’inchino”. Un omaggio in realta’ diretto proprio al capo in carcere, “il top dei top”, come veniva chiamato dai suoi seguaci, come testimoniano le intercettazioni. Il gruppo criminale, guidato da Giuseppe Alleruzzo, 81 anni, e’ stato riorganizzato da Domenico Assinnata, 64 anni, e dal figlio Salvatore, 44 anni, come accertato dall’operazione “Orsa maggiore”, che nel 1993 per la prima volta ha individuato i gruppi dell’hinterland catanese ricollegabili ai Santapaola, e poi dai blitz “Padrini” e “Fiori bianchi” che hanno documentato l’operativita’ del clan. Le indagini sono state avviate a seguito del ritrovamento di una tanica di benzina con accendino legato con del nastro adesivo presso un cantiere di una ditta della provincia di Palermo e alla successiva denuncia presentata dal titolare. Documentata una struttura piramidale e ben organizzata. L’attivita’ investigativa ha consentito di documentare come Salvatore Assinnata gestisse la cassa del clan e si occupasse di reinvestire i guadagni nell’acquisto di droga, avendo rapporti con i catanesi. Suo braccio destro Giovanni Messina, trovato in possesso di 600 grammi di cocaina purissima; mentre Pietro Puglisi custodiva l’arsenale. Piazza Purgatorio era il mercato dello spaccio a Paterno’, gestito dagli affiliati. I proventi delle varie attivita’ illecite confluivano in una cassa comune con cui venivano pagati gli stipendi degli affiliati e e mantenuti i familiari dei detenuti.