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Mafia, procuratore Lo Voi: “Ribellione senza precedenti”

“Non so se si puo' parlare di svolta, eviterei di cedere alla facile tentazione di cantare vittoria prima del tempo, perche', i fatti ce lo hanno insegnato, 'Cosa nostra' resta forte e profondamente radicata sul territorio. Certo in nessuna indagine finora avevamo registrato un numero simile di collaborazioni con gli inquirenti”. “Siamo, dunque, davanti a un risultato importante”. Il procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, intervistato dal Messaggero, torna cosi' sull'inchiesta da lui coordinata sul racket di Cosa nostra dopo la denuncia di 36 commercianti taglieggiati per decenni. Con la ribellione dei commercianti, dice il procuratore, “ci troviamo davanti a un'innegabile crescita sociale, resa ancora piu' importante, in questo caso, dal fatto che questa sorta di ribellione muove i passi da Bagheria, feudo mafioso storico che per anni ha dato ospitalita' al boss Bernardo Provenzano durante la latitanza”. “Credo”, aggiunge Lo Voi, “che a certi risultati si sia arrivati grazie a piu' fattori: da un lato l'azione dello Stato, che, con un intervento repressivo incisivo e centinaia di arresti, ha dimostrato di sapere dare delle risposte efficaci, dall'altro il contributo fondamentale dell'associazionismo antiracket”. Se anche la crisi ha inciso sulla decisione dei commercianti di dire basta al pizzo? “La crisi c'e' e pesa”. “Rappresenta una spinta, per alcuni, che a un certo punto si chiedono perche' sottostare a questa forma parassitaria di ricatto”. Il procuratore sottolinea che pero' non si parla solo per convenienza: “ci sono stati e ci sono anche casi in cui la vittima avverte il dovere etico di rivolgersi agli investigatori”.