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Mafia, revocata scorta allo chef Giunta che dice: “Stato fa finta di tutelarti e poi ti abbandona”

“Mi rivolgo a tutti quei cittadini onesti che come me e la mia famiglia gridano di denunciare chi commette un reato. Mi rivolgo alle associazioni, alle forze dell’ordine, alla magistratura che dicono di tutelarti quando gli fa comodo. Fino a ieri mi battevo e gridavo al mondo di denunciare… denunciare la mafia, le estorsioni, il pizzo… grosse parole che ho nel cuore fin da bambina e che ho insegnato a mia figlia. Oggi invece, dico che non vale la pena…”. E’ lo sfogo di Francesca Giunta, sorella dello chef palermitano Natale Giunta, noto per la sua partecipazione a programmi televisivi, che ha denunciato e fatto condannare i suoi estorsori, da oggi senza tutela. “Non vale la pena di lottare – e’ lo sfogo amaro della donna condiviso dal cuoco sul proprio profilo Facebook – per cercare di cambiare questa terra martoriata e mortificata da chi vuole distruggerla…Non vale la pena di lottare contro chi vuole colpirla e calpestarla… Ti metti in prima linea, trascorri giorni infernali con la paura che ti assale, sopporti gli occhi di quella parte di gente marcia che ti chiama sbirro, sopporti tutto… Adesso vi dico che non vale la pena.. Grido al mondo di non denunciare perche’ rimanete soli.. Soli senza nessuno che vi tutela… Soli senza quello Stato che prima fa finta di tutelarti e poi ti abbandona”.

E continua: “Mi rivolgo a voi commercianti, imprenditori puliti che come mio fratello hanno denunciato la mafia. State attenti, siete soli… La mia vita e quella della mia famiglia cambia nuovamente. Ho la consapevolezza che pagheremo il duro prezzo di chi ha mandato in galera gente senza scrupoli che si approfitta del lavoro onesto di quella parte sana della Sicilia perche’ un grande uomo ha fatto solo il suo dovere di cittadino onesto”. Conclude Francesca Giunta: “Denuncio pubblicamente chi ha la responsabilita’ di avere abbandonato mio fratello alla sua sorte, denuncio che l’incolumita’ di mio fratello Natale Giunta e’ a rischio e chiedo il diritto che venga tutelato, denuncio i componenti dell’Ufficio centrale interforze sicurezza personale e il prefetto di Palermo. Se accade qualcosa a mio fratello la responsabilita’ e’ vostra”.