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Mafia, “A volte vittime del pizzo si rivolgono a boss per poter pagare”

“A volte sono le stesse vittime del pizzo di Cosa nostra a rivolgersi direttamente ai boss del paese per la ‘messa a posto’. E’ un modus operandi che si ripropone, come quello di Corleone e San Giuseppe Jato”. Lo ha detto il colonnello Piero Sutera, Comandante del Gruppo Monreale dei Carabinieri, parlando dei 33 arresti eseguiti all’alba nella provincia di Palermo. “Cosa nostra  fa in modo che la vittima possa approcciare quasi spontaneamente il referente locale mafioso – dice Sutera – dopo di che, se non si fa la messa a posto, allora si procede con metodi molto più incisivi, come atti intimidatori di ogni natura, dai furti ai danneggiamenti”. E cita l’esempio di un imprenditore agricolo di Sclafani Bagni a cui i boss hanno incendiato quattro trattori, il capannone agricolo “mettendo in ginocchio l’azienda stessa – dice Sutera – ma gli atti sono stati tanti altri”.