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Omicidio stradale è legge: “Mio figlio morto sulla Agrigento-Palermo, omicida sarebbe in carcere”

Alla quinta lettura, il ddl sull’omicidio stradale diventa legge. E’ stato approvato dal Senato grazie a 149 voti (15 i contrari) e sarà quindi un reato a sé.
Se la morte è causata da una violazione del codice della strada, la pena (già prevista oggi) varia dai 2 ai 7 anni di reclusione.

OMICIDIO – Chi uccide in stato di ebbrezza e con un tasso superiore 1,5 grammi per litro o sotto l’effetto di droghe rischia da 8 a 12 anni.
Con un tasso alcolemico inferiore (fino a 1,5 grammi) e con una “recidiva” (incidenti precedentemente causati per eccesso di velocità, guida contromano, semafori rossi e inversioni a rischio) si rischieranno dai 5 ai 10 anni di carcere. Se l’incidente causa poi più di un morto, la pena può salire fino a 18 anni.

AGGRAVANTI – Per i camionisti e gli autisti di autobus è prevista la pena più grave anche in presenza di un tasso alcolemico sotto 1,5 grammi per litro. Aumento della pena di due terzi, invece, per chi causa un incidente e fugge senza prestare soccorso. Aggravanti anche per chi causa morte o lesioni guidando senza patente o senza assicurazione.
In caso di condanna, la patente sarà revocava e conseguibile nuovamente solo dopo 15 anni (per omicidio) e 5 anni (per lesioni). Se si fugge dopo aver causato un incidente, si rimarrà a “piedi” per 30 anni.

“Abbiamo lottato tanto e adesso finalmente e’ arrivato qualcosa che riconosce il reato di omicidio stradale”, spiega una rappresentante delle associazioni vittime della strada, dopo la firma a Palazzo Chigi della legge da parte del premier Matteo Renzi. “Mio figlio- racconta- tornava dal lavoro sulla Agrigento-Palermo, che viene chiamata strada della morte. Una macchina gli ha tagliato la strada, lui per evitare questo pericolo ha sterzato ed e’ finito contro il guardrail. Il pirata della strada e’ scappato. Oggi meriterebbe qualche annetto di carcere. Questa legge e’ una legge di protezione per tutti”.