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Nuovi guai per il deputato Genovese

Nuovi guai giudiziari per il deputato Francantonio Genovese, appena transitato dal Pd in Forza Italia dopo l’accordo raggiunto con il commissario degli azzurri in Sicilia, Gianfranco Micciche’.

Gia’ sott’accusa per associazione a delinquere, truffa e frode fiscale nell’ambito di una inchiesta sui “corsi d’oro”, a Genovese la Procura di Messina adesso contesta un tentativo di concussione ai danni dell’ex dirigente generale della Regione, Ludovico Albert, e il riciclaggio di denaro che, secondo l’accusa, sarebbe stato illecitamente percepito dai fondi destinati alla formazione professionale, attraverso la societa’ ‘Centro Servizi 2000′ gestita dalla moglie del parlamentare, Chiara Schiro’, anch’essa imputata nel medesimo processo.

Le due ipotesi di reato suppletive sono state mosse dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e dal sostituto procuratore Fabrizio Monaco a conclusione dell’udienza del processo sulla Formazione, davanti alla prima sezione penale del Tribunale. Il legale dell’imputato, l’avvocato Carmelo Favazzo, ha chiesto dei termini a difesa per esaminare le nuove contestazioni e i giudici hanno aggiornato l’udienza del processo al prossimo 12 gennaio. Il primo episodio oggetto della contestazione e’ stato raccontato in aula dallo stesso Ludovico Albert nell’udienza del 6 novembre scorso, quando l’ex dirigente disse di essere stato convocato nella segreteria politica del deputato, a Messina, e li’ di avere ricevuto la richiesta di un finanziamento piu’ ampio per la societa’ ‘Training service’, che era riferibile a Genovese. Al diniego opposto da Albert, secondo quanto da lui riferito, il parlamentare gli avrebbe rivolto la seguente espressione: “Allora vorra’ dire che ti attaccheremo a 360 gradi”. Albert riferi’ di essersi sentito minacciato da quelle parole e di avere abbandonato la segreteria dopo essersi salutato freddamente col parlamentare. Nell’udienza del 10 novembre l’imputato Salvatore La Macchia aveva confermato sostanzialmente le dichiarazioni rese da Albert. L’incontro era stato monitorato dalla squadra mobile di Messina con intercettazioni telefoniche e appostamenti. Dai dati emersi dal processo, la nuova imputazione contestata dai pubblici ministeri.