Omicidio di Cattolica Eraclea: si seguono le piste della rapina e debiti di gioco

Giuseppe Miceli, la vittima

Si seguono le piste della rapina finita male e quella dei debiti di gioco per venire a capo dell’omicidio di Giuseppe Miceli, il marmista di 67 anni, di Cattolica Eraclea (Agrigento) trovato morto lunedì scorso all’interno del suo laboratorio.

L’uomo, secondo quanto ha confermato anche l’autopsia eseguita su ordine del sostituto procuratore di Agrigento Silvia Baldi, è  stato ucciso con un colpo alla nuca sferratogli con violenza dall’assassino. Poi, cadendo, si è ferito alla gola e infatti il cadavere e’ stato trovato con una profonda ferita al collo. L’autopsia, eseguita all’ospedale San Giovani di Dio di Agrigento non ha lasciato dubbi sul fatto che si tratti di un omicidio. I carabinieri della scientifica del nucleo investigativo hanno sequestrato diversi reperti che sono stati inviati ai colleghi del Ris di Messina per verificare se vi siano tracce di un possibile assassino. Miceli sarebbe stato ucciso la sera dello scorso 6 dicembre all’interno del suo ufficio di via Crispi e la salma e’stata ritrovata l’indomani mattina dal fratello Ignazio Miceli socio con Giuseppe dell’azienda di lavorazione dei marmi. I carabinieri hanno sentito diverse persone, tra amici parenti e conoscenti allo scopo di trovare un possibile movente.

Di sicuro c’e’ che ultimamente – come ha confermato lo stesso fratello della vittima – Giuseppe Miceli, era solito scommettere ed era una pratica divenuta un vero e proprio vizio.