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Omicidio Teresa e Trifone: battaglia in aula su copia messaggi

Si e’ chiusa nella tarda mattinata con la testimonianza dell’ingegnere Nicola Chemello, specializzato in informatica forense, l’ottava udienza nel processo in Corte d’Assise a Udine nei confronti di Giosue’ Ruotolo, imputato per l’omicidio della coppia di fidanzati Teresa Costanza e Trifone Ragone, il 17 marzo 2015 nel parcheggio del palazzetto dello sport di Pordenone. Chemello era stato chiamato dalla Procura per effettuare una copia di alcuni dispositivi elettronici, computer, tablet e cellulari. In aula la difesa ha sollevato eccezione rilevando che nelle copie effettuate c’erano anche dei messaggi che riguardavano dialoghi di Ruotolo con i suoi avvocati e i suoi consulenti. Obiezione sollevata “non tanto per il contenuto, ininfluente, dei messaggi – ha spiegato l’avvocato Roberto Rigoni Stern – quanto per un principio di diritto; altrimenti sarebbe violato in modo grave il principio del diritto di difesa e di segretezza delle conversazioni con i propri legali”. La Corte ha ritenuto tuttavia non ci fosse contrasto con le norme del codice di procedura in quanto la conversazione era avvenuta con un consulente che in uno dei messaggi avrebbe anche scritto che “e’ molto difficile rilevare un’impronta da un bossolo”. “Era una nostra richiesta – ha aggiunto Rigoni – capire se il pezzo di impronta fosse analizzabile per avere una prova in piu’ da far valere per l’estraneita’ di Ruotolo. Tutte le prove scientifiche sono a suo favore”. Favorevole, per il giudizio della difesa, anche la testimonianza di Michele Caticchio, che oggi ha riferito di aver visto un’Audi A3 Sportback cinque porte di colore scuro, “che contrasta con la testimonianza di Protani che parlava di una donna al volante”, ha concluso il difensore.