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Operazione Montagna, Ingiaimo: “Non ci può essere sviluppo senza lotta alla mafia”

Massimo Ingiaimo, del Partito Democratico, in una nota stampa di chiara:

“L’operazione “montagna”, condotta dai Carabinieri di Agrigento e coordinata dalla DDA di Palermo, ci consegna uno spaccato sociologico da brivido che, come sempre, fa leva sui soldi, gli affari e la mala politica.  Sui fatti sarà la magistratura a fare il proprio corso, ma tutto questo ci deve indurre a fare qualche riflessione. Innanzitutto colpisce il silenzio, salvo qualche eccezione, dei big politici, da cui ci si aspettava una presa di distanza da parte degli amici o un marcare le differenze da parte degli avversari.

Emerge ancora la forte permeabilità della provincia a fenomeni affaristico mafiosi che ci deve fare riflettere sull’importanza del presidio del territorio non solo delle forze dell’ordine, cui va il nostro ringraziamento per il lavoro fatto, ma delle forze sane della politica e della società civile. La brava Rosalba Di Piazza, giovane psicologa, segretaria del circolo del pd di San Biagio e sfidante alle amministrative di Sabella, si è resa conto del doppio gioco di alcuni candidati ma non ha compreso il fenomeno mafioso che dietro si nascondeva. L’utilizzo del voto disgiunto per neutralizzare i candidati scomodi anche nelle liste avversarie, per avere una ampia maggioranza, se accertato in giudizio, mostrerà la fragilità della nostra democrazia. Tutto ciò ci induce a pensare alla necessità di un partito strutturato e radicato con solidi principi, pure in presenza di una “società liquida” e di una comunicazione politica che ormai non utilizza più le sezioni ma i social. La lotta alla mafia e alla corruzione è una priorità assoluta in Sicilia ed in Italia e, anche in questa campagna elettorale per le politiche, sbaglia chi non mette il tema in primo piano.

Qui da noi non ci può essere sviluppo senza la lotta alla mafia e alla corruzione. Come ci ha insegnato Pio La Torre e i giudici Chinnici, Falcone e Borsellino, la lotta alla mafia si vince sul piano culturale oltre che su quello repressivo, possibilmente con una forte organizzazione e sapendo leggere i fenomeni economici di un territorio”.