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Riscossioni Sicilia e deputati morosi, scoppia la “guerra”: Ardizzone querela Fiumefreddo

Il Presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone, ha querelato il Presidente di Riscossione Sicilia, Antonio Fiumefreddo, dopo le dichiarazioni rese da quest’ultimo sull’Ars. Ardizzone ha consegnato l’esposto-denuncia direttamente nelle mani del Procuratore capo di Palermo, Franco Lo Voi. Accompagnato dal suo legale, l’avvocato Enrico Sanseverino, Ardizzone è stato ricevuto dal Procuratore con il quale si è intrattenuto per una decina di minuti. Nei giorni scorsi, il Consiglio di presidenza dell’Ars, convocato d’urgenza dal presidente Giovanni Ardizzone, dopo le dichiarazioni rese da Fiumefreddo in seguito al blocco del finanziamento di 2,5 milioni destinati a Riscossione Sicilia, aveva dato all’unanimità mandato all’avvocato Enrico Sanseverino di “valutare i profili di responsabilità delle dichiarazioni rilasciate dal presidente di Riscossione Sicilia, Antonio Fiumefreddo, e di avviare le più opportune azioni giudiziarie in sede civile e penale”.

Oggi la formalizzazione della denuncia. In aula era stata bocciata una norma che avrebbe assegnato 2,5 milioni di euro a Riscossione Sicilia per la ricapitalizzazione. Subito dopo il Presidente di Riscossione Sicilia aveva rilasciato dichiarazioni pesantissime: ”Convocherò – aveva detto Fiumefreddo – il Cda immediatamente e porterò i libri in tribunale, nel contempo chiedendo un incontro al procuratore di Palermo. Siamo fuori dal recinto della politica e ci troviamo in ben altro ambiente. Solo la magistratura può salvarci dai mascalzoni travestiti da uomini delle istituzioni. Del resto parlerò con i magistrati”. ”Il voto dell’Ars con cui si impedisce di fatto la ricapitalizzazione di Riscossione Sicilia – aveva aggiunto Fiumefreddo – è un atto di pirateria non degno di un’aula parlamentare. Si vuole così eliminare l’unica partecipata che in questo 2015 ha fatto registrare un +23% delle entrate, si vuole colpire la società che per la prima volta ha perseguito i grandi evasori, sequestrando beni mobili ed immobili per milioni di euro, si vuole punire la società che ha firmato i protocolli con gli uffici giudiziari per perseguire i capitali illeciti e mafiosi. Infine, non mi meraviglierei se tra i pirati, che si sono nascosti dietro il voto segreto, ci siano parte dei 61 parlamentari ai quali per la prima volta nella storia abbiamo notificato i pignoramenti delle loro laute indennità”. Nei giorni successivi un quotidiano aveva pubblicato anche i nomi dei deputati morosi con il fisco. Oggi la querela di Ardizzone nei confronti di Fiumefreddo, che proprio in queste ore viene ascoltato dal Procuratore aggiunto Dino Petralia.